Il 19 marzo, nel vigneto “Hospice” dell’Institut Agricole Régional si è tenuto un incontro tecnico-formativo di grande rilevanza dedicato alla dendrochirurgia, o “curetage“, tecnica efficace nella gestione delle piante colpite dal Mal dell’esca. Questo evento, guidato dagli esperti tecnici della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, ha suscitato un notevole interesse tra i professionisti del settore vitivinicolo valdostano e non solo.
Dopo i saluti iniziali, Patrick Ronzani, Responsabile dell’Unità di ricerca Viticoltura-Enologia dello IAR, ha stimolato una riflessione condivisa riguardo alla preoccupante espansione del Mal dell’esca nei vigneti valdostani durante ultimi anni. Ha posto poi, l’accento su come trovare soluzioni efficaci che vadano oltre l’estirpazione delle viti per contrastare questa grave malattia.
Il Mal dell’esca rappresenta una grave minaccia per il settore vitivinicolo, poiché danneggia i tessuti lignei delle viti, causandone un progressivo indebolimento e, nei casi più gravi, la morte delle piante per colpo apoplettico. Tra le principali cause di questa patologia, vi è una cattiva gestione durante le pratiche di potatura: tagli severi portano infatti la pianta ad esporsi maggiormente al patogeno. La dendrochirurgia comporta la rimozione del legno secco e marcio attraverso incisioni praticate nel tronco della pianta, al fine di salvaguardare il tessuto vitale. È importante sottolineare, però, che questa pratica dovrebbe essere considerata come una soluzione estrema, mentre la cura attenta delle viti durante la potatura costituisce la prima linea di difesa.
Durante l’incontro, sono state presentate anche altre strategie sperimentate nel tempo per contrastare il Mal dell’esca, come il sovrainnesto e il taglio netto del tronco per promuovere il rinnovo della pianta, oltre all’utilizzo di prodotti naturali o fungicidi di sintesi per trattare le ferite. Tuttavia, è emerso che tali approcci spesso non hanno dato risultati soddisfacenti o hanno richiesto investimenti considerevoli da parte dei viticoltori.
La presentazione dei dati raccolti da prove sperimentali condotte nei vigneti della Fondazione Edmund Mach, effettuata da Roberto Lucin e Marco Chiusole, ha evidenziato i risultati positivi ottenuti attraverso l’applicazione della dendrochirurgia. Oltre il 90% delle piante trattate è rimasto vitale e ha mantenuto una produttività apprezzabile, confermando l’importanza di preservare le piante in salute e produttive con il minimo impatto economico possibile.
Durante l’intera giornata, i partecipanti sono stati coinvolti attivamente in attività pratiche, suddivisi in gruppi, al fine di sviluppare e potenziare le proprie competenze direttamente sul campo.