Anche il mondo delle “due ruote” piange i freerider Alfredo Canavari e Alessandro Letey

Non solo amanti della montagna ma anche grandi appassionati di Mountain Bike - si legge in una nota della sezione valdostana di Federciclismo -. Canavari e Letey hanno perso la vita seguendo la loro passione, nel canalone che porta al Col dell’Aiguille Verte, sul versante francese del Monte Bianco".
Letey Canavari
Società

Anche il mondo delle “due ruote” piange Alfredo Canavari e Alessandro Letey, i due freerider valdostani rimasti vittime della valanga staccatasi nel pomeriggio di giovedì 20 maggio sul versante francese del Monte Bianco.

“Non solo amanti della montagna, tra i più forti e conosciuti freerider delle Alpi, ma anche grandi appassionati di Mountain Bike – si legge in una nota della sezione valdostana di Federciclismo -. Alfredo Canavari e Alessandro Letey hanno perso la vita seguendo la loro passione, nel canalone che porta al Col dell’Aiguille Verte, sul versante francese del Monte Bianco”.

Canavari, 49 anni, poliziotto di stanza al Traforo del Gran San Bernardo, era infatti maestro di Snowboard, ma anche di MountainBike del Vc Courmayeur MB, mentre Letey è stato un agonista di Downhill, disciplina che l’ha visto diventare campione valdostano e vice campione italiano della categoria Elite Sport.

“Un grande amico, di una sensibilità eccezionale – ricorda Mirko Voyat, Vicepresidente del Comitato valdostano della Federazione ciclistica italiana -, Alfredo era dotato di una simpatia contagiosa, sempre molto disponibile con i ragazzi. Per certo una grave perdita, sia a livello umano, sia a livello sportivo. La cosa che ci accumunava, quando andavamo ad allenarci con i giovani atleti del Velo club, era il costante ritardo che accumulavamo per riportare i ragazzi ai genitori, e spesso eravamo rimproverati per questo. Ma noi partivamo in testa al gruppo, poi Alfredo sceglieva i percorsi lì, sul momento, e spesso e volentieri ci ‘perdevamo’ tra i sentieri; i genitori ci aspettavano all’arrivo dell’escursione, non sempre troppo felici, mentre i ragazzi erano sempre felicissimi delle giornate trascorse all’aria aperta, immersi nella natura, anche se immancabilmente sforavamo con l’orario. Aveva una passione smisurata per la montagna, in tutte le sue sfaccettature e la tragedia sull’Aiguille Verte ci priva di un amico, che in qualche maniera, oggi pomeriggio e domani, ricorderemo in occasione della due giorni di Cross country, Campionato italiano e Coppa Italia, a Courmayeur.”

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