Un corteo, partito dall’Arco d’Augusto e arrivato in piazza Chanoux, dopo aver attraversato buona parte del centro storico della città, per ricordare che “senza consenso è stupro”, ma anche che “la mimosa significa tenacia, mai abbassare la voce” e che “sorellanza è combattere insieme e combattere per se stesse”.
Lo ha proposto, nel pomeriggio di oggi, sabato 9 marzo, il Centro donne contro la violenza di Aosta. Nelle diverse soste lungo il tragitto, cui hanno partecipato una cinquantina di persone, alcune partecipanti hanno proposto riflessioni, tratte da vicende personali, da passi di libri di Michela Murgia e da testimonianze di donne impegnate nella realtà dei centri antiviolenza, come il Cadmi di Milano.
Un pomeriggio di pensieri, per porre con vigore all’attenzione pubblica il tema dei diritti delle donne (perché l’8 marzo è la giornata internazionale di questi, “la Festa della donna è un’altra cosa” ha sottolineato con orgoglio una partecipante), e per sentirsi unite e meno sole nella rivendicazione delle prerogative e nella conquista della parità.
Una volta in piazza Chanoux, a conclusione della manifestazione, le voci delle partecipanti hanno lasciato spazio al ballo, interpretando la coreografia del brano “Break the chain”. E’ l’inno del movimento “One billion rising”, nato per manifestare (in particolare nel giorno di San Valentino) contro la violenza sulle donne. “Era importante per noi – ha detto Anna Ventriglia, presidentessa del Centro aostano – che anche in Valle qualcuno la ballasse”.