Aosta rincorre i debiti: ci sono 1,9 milioni di euro di bollette dell’acqua non pagate

Il dato fa riferimento al periodo dal 2007 al 2019. Il Comune decide la sospensione della fornitura per le utenze disalimentabili che abbiano accumulato, al 31 dicembre 2020, un mancato pagamento di oltre 5mila euro. Borre: "Importante attivarsi per cercare di recuperare, anche perché sono soldi pubblici".
Acquedotto sorgente di Entrebin
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Il problema è annoso, ed era già emerso quasi un anno e mezzo fa in Consiglio comunale. Aosta fatica ad incassare le bollette del Servizio idrico integrato, con le morosità per il periodo dal 3 agosto 2007 al 31 ottobre 2019 – escludendo quindi l’ultimo ruolo con scadenza al 31 gennaio 2021 – che ammontano a 1 milione 922mila 112,11 euro.

Nell’analisi delle morosità fatta dal Comune, la cifra si suddivide in 1 milione 423mila 890,67 euro per le utenze attive – tra le quali figurano le utenze condominiali, quelle domestiche private e quelle non e quelle legate alla pubblica amministrazione – e in 498mila 221,44 euro di utenze disdettate.

Per le utenze attive condominiali, il cui importo insoluto è pari a 834mila 247,86 euro, il debito – spiegano dal Comune – fa riferimento a 48 Amministratori. Il debito maggiore è di 271mila 626,76 euro, il minore è di 11.

I condomini che presentano insoluti invece, da un massimo di 32mila 447,89 euro ad un minimo di 15,25 euro, sono 252 nel periodo che va dal 2010 al 2020, per un numero variabile di bollette.

Numeri alti anche per le utenze attive private, suddivise in quelle domestiche e quelle non. Il totale dell’insoluto è di 571mila 121,01 euro. Le utenze non domestiche morose sono 107 e gli insoluti vanno da un massimo di 36mila 015,80 euro a un minimo di 15,19 euro. Le bollette insolute sono complessivamente 696, per 332mila 998,59 euro.

Nel suo report, il Comune scrive: “Per alcune utenze le bollette non pagate sono numerose (37 è il numero massimo) a testimonianza di una deprecabile attitudine a non pagare i servizi di cui si usufruisce quotidianamente”.

Discorso che non cambia molto per le utenze attive domestiche. Quelle morose sono 324 con importi che spaziano da un massimo di 9mila 620 euro ad un minimo di 15,38. Gli importi sono ripartiti complessivamente in 1406 bollette.

Sul tutto, cubano anche le utenze attive delle PA, il cui importo insoluto complessivo è di 18mila 527,65. Le utenze morose sono 7 con un importo massimo ancora dovuto di 7mila 387,25 euro ed un minimo di 20,51 euro.

La risposta del Comune

In delibera, la Giunta comunale del Capoluogo prova a correre ai ripari. Anzitutto, autorizzando la sospensione della fornitura per le utenze cosiddette disalimentabili non domestiche che hanno accumulato, al 31 dicembre 2020, un mancato pagamento di bollette superiore a 5mila euro, procedendo poi in ordine decrescente di ammontare del debito residuo, previa la costituzione in mora.

A questo si aggiunge l’autorizzazione alla limitazione della fornitura per le utenze domestiche morose disalimentabili, che non rientrino tra quelle vulnerabili.

In mezzo, però, c’è stata la pandemia. Il Comune, infatti spiega in delibera che “in relazione all’attuale situazione di emergenza sanitaria che ha costretto alcune attività a chiudere o ridurre la propria apertura, fatta salva la possibilità di rateizzare il debito” dispone di “considerare solamente la morosità registrata per consumi antecedenti l’anno 2020”.

Dai banchi della Giunta la Vicesindaca Josette Borre, che ha la delega assessorile alle Finanze, spiega: “È fondamentale riattivare un iter che si è un po’ perso nel tempo, e non per volontà di nessuno. E sono anche abbastanza complessi i passaggi burocratici che spettano agli Uffici. Ora, l’importante è attivarsi per cercare di recuperare, anche perché sono soldi pubblici”.

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