Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda chiede alle scuole l’introduzione della carriera alias

Un accordo di riservatezza tra scuola, studente trans e famiglia che prevede la possibilità di modificare il nome anagrafico con quello di elezione scelto nel registro elettronico, negli elenchi e in tutti i documenti interni alla scuola aventi valore non ufficiale.
Aosta Pride Foto Riccardo Fiou
Società

Garantire “alle persone con varianza di genere di essere riconosciute rispettando il loro percorso e la loro condizione, dando cioè la possibilità di scegliere come voler essere riconosciute e identificate”. L’Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda chiede così alla Sovrintendenza degli Studi della Regione e a tutti e tutte le dirigenti delle Istituzioni scolastiche valdostane la costituzione della carriera alias nelle scuole.

Si tratta di un accordo di riservatezza tra scuola, studente trans e famiglia (nel caso di studente minorenne), “una procedura di semplice applicazione, che prevede la possibilità di modificare il nome anagrafico con quello di elezione, scelto dalla persona trans, nel registro elettronico, negli elenchi e in tutti i documenti interni alla scuola aventi valore non ufficiale. La carriera alias pertanto è un atto di rispetto, oltre che di tutela della privacy, verso le istanze delle persone trans”.

Oltre alla carriera alias, l’associazione chiede alle scuole di concordare altre buone prassi come l’uso di spazi sicuri (scelta del bagno, dello spogliatoio, etc.), per lə studente trans, “poiché sono questi i luoghi in cui avvengono spesso pesanti episodi di bullismo”.

A supportare la richiesta di Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda è stato inviato alle scuole il regolamento sulla carriera alias redatto dalle associazioni AGEDO e GenderLens.

“Non essere rappresentate nelle narrazioni fatte a scuola attraverso i contenuti delle discipline e delle attività extracurricolari può disorientare e confondere le persone con varianza di genere, alle quali invece si dovrebbe permettere di riconoscersi e riconoscere per sé un proprio posto nel mondo, in quanto il bisogno di riconoscimento è uno dei bisogni umani primari. – spiega ancora la nota dell’Associazione –  La scuola dovrebbe dunque offrire l’occasione di scoprire l’umanità nelle sue molteplici e sane varianze di identità, con ogni diritto di espressione, riconoscimento e rispetto, in risposta alla complessità e fluidità della realtà circostante.”

 

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