Arriva ad Aosta la Pigiama Run per sostenere la lotta contro il cancro infantile

L'appuntamento con la corsa-camminata non competitiva per le vie di Aosta, organizzata dalla Lilt Valle d'Aosta, è per venerdì 20 settembre alle 19 al parco Puchoz. I casi di cancro infantile, in Valle d'Aosta, sono quattro/cinque l'anno.
La presentazione della Pigiama Run, ad Aosta
Società

Nata sei anni fa a Milano, arriva anche in Valle d’Aosta la Pigiama Run, corsa-camminata non competitiva organizzata dalla Lilt Valle d’Aosta – la Lega italiana per la lotta ai tumori – per sostenere la lotta contro il cancro infantile.

L’appuntamento, al parco Puchoz di Aosta, è per venerdì prossimo, 20 settembre, alle 19, dove sarà allestito un apposito village per le ultime iscrizioni e da dove partiranno i partecipanti, chiamati a correre per le strade del centro storico della città in pigiama. Il percorso si snoderà attraverso alcuni snodi significativi del capoluogo come l’Arco di Augusto, il cimitero di Sant’Orso, la Porta Prætoria e piazza Chanoux per un tracciato di circa 3 chilometri.

Per partecipare, il contributo minimo richiesto è di 15 euro per gli adulti e 5 per i più piccoli, che serviranno alla Lilt Valle d’Aosta per avviare un progetto di supporto dedicato a tutte le famiglie residenti nella regione con bambini o ragazzi oncologici in cura in qualsiasi centro di Oncologia pediatrica d’Italia.

“È una corsa non competitiva, o una camminata, nel centro storico che nasce per manifestare solidarietà ai bambini che hanno questo tipo di patologia e alle loro famiglie – ha spiegato il presidente Lilt VdA Salvatore Luberto –. Negli anni abbiamo raccolto alcune esigenze manifestate dai familiari dei bimbi ammalati. E una cosa che le accomuna la richiesta di supporto anche psicologico o per le pratiche amministrative che in un momento di panico possono diventare difficili”.

Non solo: “Oltretutto – ha aggiunto Luberto –, siamo sempre in grado di mettere a disposizione la rete di Lilt nazionale, con una serie di servizi aggiuntivi per la famiglia, e renderla disponibile per la Valle d’Aosta”.

Fulvio Assanti con indosso il pigiama della Pigiama Run
Fulvio Assanti con indosso il pigiama della Pigiama Run

Simbolico, da questo punto di vista, anche il pigiama da indossare durante l’evento: “Il pigiama, in tre taglie, sarà a disposizione e prenotabile sul sito della manifestazione, con obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca – ha detto Fulvio Assanti di Area Sport –. Alcuni bambini indossano il pigiama serenamente la notte, per dormire, mentre altri sono purtroppo obbligati a portarlo tutto il giorno perché sono in ospedale, malati di tumore. E la Pigiama Run serve per sensibilizzare proprio su questa situazione, su cui Lilt si impegna da sempre”.

“Questo evento arriva per la prima volta ad Aosta – ha spiegato invece l’assessora cittadina allo Sport Alina Sapinet –. Non potevamo che accettare, siamo fieri di accogliere proposte come queste che promuovono lo sport e permettono di essere vicini alle famiglie e ai bimbi con problemi di salute. Questo è il modo delle istituzioni per aiutare: farlo sempre più sostenendo le associazioni che, per fortuna, sul nostro territorio sono tante”.

“La scelta di trasformare Aosta in un luogo in cui lo sport diventa un momento di promozione sociale, sanitaria e di comunità, vivendo anche i propri spazi, fa capire l’importanza di stare assieme. E questo ha permesso che questa idea della Pigiama Run prendesse forma. E la Lilt è qualcosa senza la quale non verrebbero resi certi servizi alla nostra società”, ha spiegato invece l’assessore regionale alla Sanità Carlo Marzi.

I casi in Valle d’Aosta

Una panoramica sui casi di cancro infantile in Valle la fa Mauro Occhi, direttore sanitario dell’Azienda Usl, che anzitutto tiene ad una specifica: “I bambini che si ammalano di tumore nella nostra regione sono pochissimi, quattro o cinque l’anno e in genere di linfoblastica acuta. Una leucemia che si tratta e si cura restituendo autonomia alla famiglia. E questo deve essere comunicato”.

Anche perché, aggiunge Occhi, “la collaborazione strutturata con i grandi centri di secondo livello è quello che ci conoscente di avere il massimo per i bimbi. Non è un problema che non siano curati qui, ma è una garanzia. La famiglia che riceve una diagnosi di questo tipo è devastata nelle prime ore, ma la situazione è radicalmente cambiata negli ultimi decenni. Portiamo i bimbi al ‘Regina Margherita’ e al ‘Gaslini’ perché lì hanno il massimo, e i pediatri del Beauregard sanno poi come gestire nei mesi successivi i piccoli problemi”.

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