Benzina a due euro? C’è chi sceglie la bici

Il caro carburante sta aprendo gli occhi sulla necessità e il vantaggio di scegliere la mobilità sostenibile. I benefici sono tanti, ma anche le criticità: ce lo raccontano alcuni partecipanti al progetto Boudza-té.
Andrea Moussanet
Società

I post e le storie (ma anche i meme) sui prezzi da record di benzina e diesel stanno ormai spopolando sui social. Se tutti temono che l’inflazione continui anche nelle prossime settimane, alcuni però possono affrontarla con un cuore più (e un portafoglio meno) leggero. Stiamo parlando delle tante persone che, chi da più e chi da meno tempo, hanno fatto della bicicletta il loro mezzo fisso di spostamento quotidiano, anche quando le condizioni climatiche e urbanistiche non sono d’aiuto. 

Il progetto Boudza-té lanciato da Daniele Vallet agisce proprio in questa direzione, premiando chi si “muove” in bici con buoni da spendere in negozi e fattorie locali. I partecipanti all’iniziativa, come riflette il promotore, ora avranno meno problemi a ridurre il loro consumo di carburanti: “Il folle incremento dei prezzi penso stia facendo rivedere le priorità di mobilità di molti: proprio per questo il progetto Boudza-té diventa uno strumento ancora più importante ed attuale”.  

Le motivazioni di chi ha aderito non si limitano però al risparmio economico, che è solo uno dei tanti benefici di cui può godere chi pedala. Li rivela Barbara Lunardi, che sottolinea la fortuna di vivere in una città piccola e comoda da attraversare a piedi o in bicicletta: “La scelta della mobilità sostenibile fa bene alla salute tanto più per chi lavora, che può sfogare lo stress nel tragitto e in più non ha il problema di trovare il parcheggio”. Certo, chi, come Barbara, sceglie ogni giorno la bici per i suoi spostamenti conosce bene gli sforzi e i problemi che si celano dietro quello che da svago diventa sempre di più un impegno e una promessa che si fa a se stessi. Una sfida che, peraltro, sembra non essere estranea a dinamiche e differenze di genere, o comunque di condizione economica e sociale: “Ogni tanto penso che avrei potuto fare molti più chilometri in bici, ma, come ho avuto modo di apprendere da amici, conoscenti e partecipanti al progetto, per gli uomini risulta essere un po’ più semplice. Noi donne, mamme e lavoratrici ci troviamo a fare in una giornata tantissime cose, ancora di più se, come me, viviamo da sole con i nostri figli. Quindi tutto il tempo dilazionato della pedalata e del piacere di usare il mezzo diventa un momento che si cerca a tutti i costi di ritagliare nella giornata ed è un po’ un peccato”. Barbara risolverà il problema trasferendosi ad Aosta, dove potrà girare ancora più comodamente a piedi e con la nuova bicicletta che ha vinto partecipando a un concorso a premi del negozio dove compra il mangime per il suo gatto. 

Andrea Moussanet, dal canto suo, continua ogni giorno a percorrere circa 14 km al giorno tra andata e ritorno da casa, sulla collina di Saint-Christophe, al lavoro, sulla collina di Aosta. La mobilità sostenibile per lui è un’abitudine che si è consolidata pian piano a partire dalla primavera del 2019, quando ha iniziato a sfruttare il tragitto casa-lavoro per un’attività a cui non poteva dedicare altro tempo. La saltuarietà si è però presto trasformata in quotidianità e, tra chi ha aderito al progetto Boudza-té, forse Andrea è quello che ha più imparato a “muoversi”, utilizzando la bicicletta nell’89% dei giorni lavorativi per un totale di circa 3200 km. Man mano che i chilometri aumentavano, però, era soprattutto una consapevolezza a farsi chiara nella mente di Andrea: “Prendendomi tempo per riflettere su che cosa rappresentasse per me la bicicletta, mi sono reso conto di quanto, se questa pratica si propagasse come mi auguro, le conseguenze sarebbero importanti per l’ambiente e per la vivibilità delle città. Ora la vedo davvero come uno strumento rivoluzionario”.

Andrea Moussanet
Andrea Moussanet

Pedalando estate e inverno, freddo o caldo, pioggia o sole, Andrea rappresenta sicuramente un buon modello per impegno e costanza, ma non si ritiene certo “un invasato” e non è questo il messaggio che vorrebbe trasmettere: “Non è la gara a chi è il più bravo: l’ideale sarebbe essere bravi tutti insieme e soprattutto essere messi nelle condizioni migliori per poterlo essere”. 

Le criticità che ostacolano la diffusione della mobilità sostenibile, però, sono molte e Andrea se ne rende perfettamente conto: “Non tutti sono disposti a pedalare al buio, con la pioggia e con temperature sotto lo zero. Io poi ho la fortuna di passare l’intera giornata lavorativa nello stesso posto e di potermi lavare e cambiare quando arrivo al lavoro, ma non tutti ce l’hanno. In più la conformazione del territorio nei dintorni di Aosta non agevola sicuramente chi non ha un po’ di allenamento”.

Il passo più importante verso la mobilità sostenibile, d’altra parte, devono farlo non tanto i singoli quanto le amministrazioni che, secondo Andrea, dovrebbero fare scelte coraggiose per rendere le strade accoglienti per gli utenti deboli, attraverso la manutenzione, la segnaletica e alcune importanti infrastrutture. “Lo stato pessimo del manto stradale e la quasi totale assenza di infrastrutture e segnaletica rendono muoversi in bicicletta un esercizio abbastanza rischioso”. La condotta di molti automobilisti, inoltre, non è di aiuto. “Io sono convinto che ognuno debba essere responsabile di come si muove nel traffico, quindi occupo lo spazio che mi spetta, segnalo le svolte, do la precedenza a chi ce l’ha, mi fermo ai semafori, ho luci fisse e lampeggianti e indosso il casco. Però chi guida un mezzo a motore deve rendersi conto che ciclisti e pedoni sono soggetti deboli e basta pochissimo per farli diventare vittime della strada”.

Insomma, che sia in bicicletta, in e-bike o sui mezzi pubblici, la mobilità sostenibile non è così semplice e, secondo Andrea, “non basta darsi una mossa”. Se Daniele Vallet ritiene che “oramai la mobilità sostenibile debba essere nell’agenda di tutte le amministrazioni pubbliche”, un segnale positivo viene dalla legge apposita operativa dall’autunno del 2019 in Valle d’Aosta, che mette a disposizione dei contributi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni. Un buon incentivo a cercare metodi alternativi all’automobile per spostarsi e ad essere meno energivori, a maggior ragione nell’attuale situazione del caro-carburante.  

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