Sbloccare gli scatti stipendiali a far data dal 1° gennaio scorso e il riconoscimento del quadriennio 2011/2014 sia a fini giuridici che economici. Sono queste le richieste che 24 dei 51 docenti dell’Università della Valle d’Aosta rivolgono in una lettera-appello al rettore dell’Ateneo, Fabrizio Cassella.
"Il blocco è stato ormai tolto a tutte le categorie, inclusi (da quest’anno) i dipendenti degli Enti Pubblici di Ricerca: solo per gli universitari resta ancora in vigore. Una docenza universitaria penalizzata e demotivata non è chiaramente utile né proficua ai fini dell’assolvimento della sua funzione sociale. Occorre infondere un minimo di fiducia e speranza, di apprezzamento per il lavoro svolto altrimenti la qualità dell’Università inevitabilmente decade" scrivono i docenti.
Il blocco degli stipendi dei docenti di ruolo delle Università pubbliche italiane, statali e non statali, era scattato il 1° gennaio 2011, congelando anche gli scatti di anzianità con la conseguenza della perdita in busta paga da un minimo di 150 a oltre 400 euro.
"Diversamente da tutto il resto del pubblico impiego – spiegano i docenti universitari dell’Ateneo valdostano – l’anzianità dei docenti universitari è congelata “sia ai fini giuridici sia ai fini economici”: cioè questi anni sono totalmente “scomparsi” dalle carriere. In pratica, il contributo alla crisi fiscale dello Stato per i docenti universitari non sarà “temporaneo” (come da legge e da sentenza della Corte costituzionale), ma ci seguirà per tutta la vita, raggiungendo importi complessivi di decine o centinaia di migliaia di euro".
L’appello rivolto, quindi, al Rettore Cassella è di farsi portavoce di questa situazione in tutte sedi, compresa la Conferenza dei rettori universitari italiani (Crui), e "di volerla efficacemente contrastare con tutti i mezzi possibili, fino ad arrivare a prospettare al Ministro e al Governo le dimissioni personali e operare in sede CRUI affinché tutti i Rettori si dimettano contemporaneamente".
La battaglia dei docenti, conclude la nota, non deve però diventare "una guerra intestina tra docenti e studenti" e per questo i firmatari sottolineano come "non sia una soluzione accettabile l’incremento della tassazione studentesca per ottenere punti organico che compensino il blocco".