Da oggi i Comuni valdostani hanno a disposizione un nuovo strumento per regolare i rapporti con i distaccamenti di vigili del fuoco volontari. In stretta collaborazione con il Dipartimento enti locali, servizi di prefettura e protezione civile dell’Amministrazione regionale e con il Consiglio del personale volontario dei Vigili del fuoco, il Celva infatti ha predisposto uno schema di regolamento tipo che, una volta adottato, norma puntualmente le relazioni e gli impegni finanziari ed operativi che intercorrono fra le 74 amministrazioni comunali e i 76 distaccamenti presenti sul territorio della nostra regione.
Le ricadute previste nell’attività degli enti locali e dei singoli distaccamenti sono di ampio respiro. Il regolamento tipo rappresenta infatti il presupposto per lo svolgimento di attività di interesse locale da parte dei vigili del fuoco volontari e allo stesso modo, chiarisce le modalità di gestione dei fondi regionali che sono trasferiti ai singoli distaccamenti per il tramite dei Comuni.
“Sono circa 1500 i volontari in attività che, a titolo gratuito, operano quotidianamente sul territorio valdostano, ricoprendo un ruolo di primo piano nel sistema regionale di protezione civile”, dice Christian Linty, membro del Consiglio di amministrazione del Celva che ha coordinato l’iniziativa. “I vigili del fuoco volontari – prosegue – rappresentano un presidio insostituibile sul territorio valdostano. Le tante persone che vi operano lo fanno a titolo gratuito, ma con grande professionalità e spirito di sacrificio. Il valore delle attività promosse dai singoli distaccamenti è riconosciuto a tutti i livelli istituzionali: i Comuni si impegnano al massimo per agevolarle, anche e soprattutto dal punto di vista della gestione finanziaria”.
Nell’ambito dei 76 distaccamenti di vigili del fuoco volontari oggi presenti in Valle d’Aosta, i Comuni di Bard e Hône costituiscono un unico distaccamento, mentre nella città di Aosta sono attivi cinque distaccamenti. Nel breve periodo è prevista la costituzione di un distaccamento nel comune di Pontboset, che ad oggi risulta essere l’unico sprovvisto di un proprio presidio.