Il recente Piano Marketing presentato la scorsa estate dal team SL&A guidato dal Prof.Landi ha indicato una serie di interventi strategici necessari a rilanciare l’offerta turistica locale. Tra le principali indicazioni ci sono gli ormai famigerati Club di prodotto. Un’idea, non propriamente nuova, ma che rappresenta comunque una tappa indispensabile in un processo di modernizzazione dell’offerta. Gli operatori locali hanno accolto con grande entusiasmo questa opportunità cominciando a discutere sul da farsi, sicuramente da parte del comparto un forte e bel segnale di dinamismo rispetto al passato. D’altro canto però l’entusiasmo e la frenesia stanno creando qualche difficoltà: in primo luogo vi è un problema di chiarezza su cosa sia e come si costruisca un Club di prodotto. Proviamo a fare ordine.
Il Club di prodotto rappresenta una strategia imprenditoriale nella quale gli albergatori che propongono un prodotto specifico (perché dotati di infrastrutture e servizi particolarmente adatti ad una determinata clientela) si associano per sfruttare sinergie legate al potenziamento dell’immagine e per proporre offerte commerciali. Il Club di prodotto si fonda sulla creazione di un valore aggiunto chiaro ed evidente per l’utente finale: ciò significa che per creare un Club di prodotto vincente sul mercato occorre avere dei requisiti ben precisi ed essere consapevoli che la carta vincente è data dall’alto livello dei servizi, non dalla quantità di strutture che aderiscono.
Dunque il Club di prodotto si basa su due pilastri: la comunicazione e la qualità. Divengono così fondamentali una strategia di comunicazione integrata da una parte ed un sistema di valutazione e controllo efficace, efficiente e realmente selettivo dall’altra.
Dunque il Club di prodotto si basa su due pilastri: la comunicazione e la qualità. Divengono così fondamentali una strategia di comunicazione integrata da una parte ed un sistema di valutazione e controllo efficace, efficiente e realmente selettivo dall’altra.
Un altro punto fondamentale da chiarire riguardo al Club di prodotto è che coinvolge unicamente le stutture ricettive. Questo aspetto costituisce la fondamentale differenza con l’Unione di prodotto, che invece indica in modo più generale un’aggregazione di soggetti pubblici e privati orientati ad uno specifico tema o prodotto. In tal caso non è realmente indispensabile un disciplinare, anche perché all’interno di una Unione di prodotto convergono molteplici operatori, tra l’altro molto differenti tra loro (guide, albergatori, negozi, ristoranti, associazioni ecc..) ma piuttosto diviene opportuna una carta dei servizi che garantisca livelli qualitativi minimi.
Ad oggi in Valle d’Aosta si è costituito un solo Club di Prodotto: il Valle d’Aosta Wellness che vede attualmente coinvolte 15 imprese alberghiere e che rivolge la sua attenzione al prodotto benessere. In cantiere poi ci sono diversi “club” ed altri progetti che, per le loro caratteristiche e per i soggetti che coinvolgono, si avvicinano di più al modello dell’Unione di prodotto, come ad esempio il turismo attivo legato alla bicicletta, l’enogastronomia, le guide alpine ecc….
Se la realizzazione di un Piano Marketing ha rimesso in moto una macchina fino a pochi anni fa quasi ferma, occorre ora molta attenzione nel concretizzare correttamente quel che è stato detto e scritto. Per fare ciò occorre un coordinamento forte e chiaro da parte di un soggetto gestore che possa fornire gli strumenti di lavoro più idonei e adeguati per ottenere risultati vincenti.
Se la realizzazione di un Piano Marketing ha rimesso in moto una macchina fino a pochi anni fa quasi ferma, occorre ora molta attenzione nel concretizzare correttamente quel che è stato detto e scritto. Per fare ciò occorre un coordinamento forte e chiaro da parte di un soggetto gestore che possa fornire gli strumenti di lavoro più idonei e adeguati per ottenere risultati vincenti.
Rubrica a cura di Turismok