Cooperative: in sostanziale pareggio il bilancio 2010 del Consorzio Trait d’Union

Il bilancio del Consorzio Trait d’Union, che di cooperative sociali ne riunisce 15, registra un sostanziale pareggio con un fatturato di 2 milioni e 300 mila euro. Lo hanno approvato mercoledì scorso, il 6 luglio, le cooperative socie.
Roberto Presciani
Società

Le cooperative sociali valdostane, anche se si portano dietro ancora alcuni strascichi dovuti alla mancata aggiudicazione di alcuni appalti del Comune di Aosta, provano a reagire, anche alla crisi economica.

Lo conferma l’andamento 2010 del bilancio del Consorzio Trait d’Union, che di cooperative sociali ne riunisce 15, in sostanziale pareggio sulla cifra di 2 milioni e 300 mila euro. Lo hanno approvato mercoledì scorso, il 6 luglio, le cooperative socie durante l’Assemblea ordinaria del Trait d’Union. “Con questa Assemblea – ha dichiarato il presidente Roberto Presciani – possiamo dire che si è conclusa una fase di riorganizzazione delle funzioni e del ruolo del Consorzio”.

Nell’ultimo anno e mezzo il Consorzio ha impegnato tempo ed energie in un processo di revisione dell’assetto societario e del sistema che regola l’appartenenza delle cooperative al Consorzio. Contemporaneamente ha lavorato per l’innovazione dei servizi offerti alla comunità valdostana senza trascurare l’attività di sostegno delle cooperative più in difficoltà.

Il settore della cooperazione sociale rimane comunque largamente dipendente dalle commesse pubbliche di Regione e comuni. Per questo motivo, per il futuro, il Consorzio Trait d’Union vuole puntare in modo particolare sul mondo delle cooperative di tipo B, ovvero quelle cooperative che, misurandosi sul mercato in settori diversi come il giardinaggio, le manutenzioni, i servizi essenziali come lavanderia, pulizia ecc…, inserendo nel loro organico persone in difficoltà o che hanno bisogno, almeno inizialmente, di un sostegno lavorativo.

“Tra le urgenze e le priorità che abbiamo dinanzi a noi – ha spiegato ancora Presciani – abbiamo anche la necessità di organizzare risposte private ai bisogni della comunità con particolare attenzione alle emergenze di questo periodo che si chiamano solitudini, individualismo, immigrazione, integrazione e lavoro”.

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