“Abbiamo una riduzione del 58,3% dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, questo significa che il trend è in discesa e i 14 giorni di incubazione stanno per finire”.
A spiegarlo, in conferenza stampa, il coordinatore dell’emergenza Luca Montagnani. Un’emergenza i cui numeri si stanno affievolendo e che, per questo, si prepara ad entrare in un momento cardine.
Montagnani parte dall’attività quotidiana: “Continua l’attività di di tamponamento sulla popolazione, ed in questo siamo sempre la quarta regione per numero di test e la prima per i casi testati sulla popolazione assieme alla provincia di Trento. Siamo tra i 250 ed i 300 tamponi al giorno”.
Test i cui numeri parlano chiaro: la curva epidemiologica sta scendendo. Montagnani spiega: “Se guardiamo ai nuovi positivi prima e dopo il ‘lockdown’ ci accorgiamo che negli ultimi 14 giorni (quindi l’intera “Fase 2”, cominciata il 4 maggio, ndr.) abbiamo avuto 30 nuovi positivi, mentre nelle settimane precedenti la media era di 55”.
A questo si aggiunge l’abbassamento dell’indice Rt del virus, ovvero la capacità che un infetto possa infettare a sua volta altre persone: “Avevamo un valore di 0,52 – prosegue Montagnani -, ora siamo allo 0,38, un dato fortemente positivo. Oltre a questo sappiamo che in Regione non ci sono focolai. Questi risultati ci fanno pensare di essere in un rischio basso, se non molto basso, di ripresa della pandemia”.
Un monito, però, in questo momento delicato è necessario: “Il virus non è scomparso – chiude il medico -, e la raccomandazione è quella sì di di riaprire e riprenderci le nostre libertà ricordandoci che il mondo, per adesso non sarà, più lo stesso. Lo sforzo che deve fare la popolazione è quello di aiutare il mondo sanitario, quello regionale e quello produttivo per poter affrontare la riapertura in maniera sicura, mantenendo il distanziamento sociale per diminuire l’arrivo di eventuali nuovi positivi e permettere così al virus di ridistribuirsi di nuovo”.