Il tema della didattica a distanza è un argomento fortemente dibattuto tra genitori, insegnanti ed istituzioni. Forse troppo poco si parla degli operatori di sostegno e dei ragazzi con forme di disabilità o disturbi comunicativi e dell’apprendimento. Come poter stare vicini a loro a distanza, in un contesto in cui il contatto ed il rapporto umano sono l’elemento primario e fondamentale?
C’è però chi, nonostante venga pagato solo per una manciata di ore di smart working, ha dedicato gran parte del proprio tempo per fornire nuovi strumenti a studenti con difficoltà di comunicazione: “Sono assunta dalla Società dei Servizi come operatrice di sostegno ma gestita dai dirigenti scolastici”, ci racconta Naziha Crocitti, “ed abbiamo un trattamento diverso rispetto agli insegnanti: ora siamo inseriti nel Fondo Integrativo Salariale ed abbiamo poche ore di smart working. Peraltro, si avvicina l’estate, che per noi è sempre un periodo molto difficile perché non siamo pagati. Economicamente non è un momento facile”. Naziha segue, tra gli altri, un ragazzo con un disturbo dello spettro autistico grave: “Ho pensato molto a cosa fare per lui, perché le videochiamate erano difficili, non le reggeva e non erano d’aiuto. Così ho studiato diverse piattaforme per la didattica a distanza ed ho creato una serie di attività interattive”.
Canzoni, giochi per stimolare la comprensione e l’espressione, libri di favole ma anche educativi. Naziha pensa, crea, si fa venire idee che poi si concretizzano in gran numero, ma non senza “tribolazioni” informatiche, e decide di raccoglierle in un padlet – una bacheca virtuale – che mette a disposizione di famiglie, insegnanti ed educatori su alcuni gruppi Facebook: “In poche ore mi sono arrivate 500 richieste di accesso. Ho dovuto mettere una password perché voglio sapere in mano a chi va, ed anche per questioni di copyright: ho chiesto alla Giunti Editore i diritti di alcuni libri da tradurre in simboli CAA, e me li hanno dati”.
La CAA (Comunicazione Aumentativa e Alternativa) è un insieme di tecniche per poter aiutare le persone con difficoltà a comunicare ed a comprendere, ed i libri creati da Naziha (tra cui, ad esempio, Pinocchio, Il Re Leone, Peppa Pig) sono detti IN-book: ad ogni parola o gruppo di parole corrisponde un simbolo o un’immagine che ne rende immediata ed accessibile la comprensione.
Creare un IN-book è un’operazione lunga: “Compro il libro in versione e-book, faccio uno screenshot di ogni pagina dal PC, riduco il testo con un programma di videoscrittura, cancello il testo originale, formatto, fotografo il testo in CAA, riporto tutto su Photoshop facendo il vettoriale e poi con un altro programma ancora creo il volume, facendo in modo che i ragazzi con difficoltà abbiano graficamente il libro come i loro compagni normodotati. Ho imparato tutto da autodidatta. Ci metto tanto, anche perché ho un bimbo di quattro anni e seguo altri studenti, ma la soddisfazione è altrettanto grande. Noi operatori di sostegno lavoriamo nell’ombra ma produciamo: nel portafoglio non me ne viene niente, ma nel cuore sì”. Tra i libri trasformati c’è anche “Il coronavirus per i più piccoli” di Antonella Musella, scritto in rima per i bambini dell’asilo ed aiutarli a far comprendere questo periodo.
La bacheca virtuale si chiama “Il Padlet IN-CAAntanto” (dove “IN” sta per inclusione, e “CAA” per comunicazione aumentativa e alternativa) ed è accessibile a tutti. Per richiedere la password basta contattare Naziha su Facebook.
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Complimenti,
Lavoro straordinario e impegnativo. ..
e va bene, ne prendiamo atto,
ognuno ha diritto al suo quarto d’ora di celebrità….
Invece secondo noi è un pezzo anche di una certa utilità, oltretutto per chi sta verosimilmente – e non sono pochi – annaspando nella didattica a distanza e nelle cose da far fare ai propri figli.
Abbiamo opinioni divergenti, il mondo è bello perché è grande. Ne prendiamo atto.
LV