La risposta potrebbe arrivare a breve – addirittura già lunedì prossimo –, ma in tanto il dato resta: l’ospedale regionale “Parini” si è candidato per la sperimentazione della terapia basata sul plasma da convalescente, metodo sperimentale che, sebbene la discussione resti aperta e le opinioni (anche degli esperti) siano divergenti, pare si stia dimostrando efficace nel trattamento dell’infezione da Covid-19.
Il metodo – impropriamente detto del “plasma iperimmune” –, si basa di fatto sulla ricerca degli anticorpi al SARS-CoV-2 nel plasma, la parte liquida del sangue, formatisi nei soggetti che hanno superato la malattia.
“C’è stata molta attenzione ed esposizione mediatica su questo tipo di terapia – spiega il dottor Pierluigi Berti, direttore della Struttura complessa di Immunoematologia e Medicina trasfusionale del “Parini” –. Dal punto di vista tecnico, al momento non è una terapia consolidata, non di utilizzo comune, ma ha le sue basi scientifiche perché in passato è stata utilizzata con buoni risultati contro malattie infettive come Ebola, l’epidemia di SARS del 2002 e l’influenzavirus H1N1. Non è ancora dimostrato l’effetto positivo su questo nuovo virus, per questo si fanno le sperimentazioni e non è detto che avendo funzionato in passato funzioni anche contro il Covid”.
Sperimentazioni che proseguono: “Subito i test sono partiti in Cina – prosegue Berti –, e l’interesse a sperimentare si è spostato anche in Europa e in Italia, con i primi risultati incoraggianti a Pavia e Mantova. Siamo speranzosi”.
Speranza che ha portato anche ad Aosta la possibilità di testare la terapia sul plasma: “Abbiamo dato nostra adesione al protocollo sperimentale – spiega ancora Berti – . In Piemonte infatti, con il coordinamento delle ‘Molinette’ è stato stilato questo protocollo poi sottoposto al Comitato etico della Città della Salute e della Scienza di Torino ed ora siamo qui, attendiamo l’esito della valutazione per poi sottoporlo al nostro Comitato etico”.
Attesa, si diceva, che potrebbe essere breve, come spiega lo stesso Berti: “Noi, che abbiamo dei limiti di grandezza, ci siamo appoggiati alla sperimentazione del Piemonte, con un numero maggiore di potenziali candidati a trattamento. Aspettiamo che arrivi l’approvazione, che si prevede per i prossimi giorni, forse già lunedì, per poi sottoporla al nostro Comitato etico”.
Nel frattempo, cresce già anche la disponibilità a prendere parte alla sperimentazione: “Stiamo prendendo nota di molte persone che hanno sentito parlare della terapia e che sono guarite dal virus, naturalmente superandolo in maniera favorevole dal punto di vista sanitario, e senza strascichi – racconta il medico –. Alcuni di loro sono già donatori di sangue e pronti ad una donazione che ha questo fine particolare. Il protocollo prevede poi che se gli anticorpi si sono formati in maniera e numero adeguati, per quello servono donatori che abbiano superato l’infezione in maniera ottimale, i test verranno inviati a Torino”.
“A Pavia hanno osservato che i candidati idonei alla donazione sono tra un terzo e un quarto degli aspiranti. Qui si cerca la risposta anticorpale contro il virus, che alcuni sviluppano in maniera maggiore o minore. Per il convalescente che può essere arruolato come donatore si procederà una plasmaferesi finalizzata alla produzione di sacche di plasma per il trattamento dei pazienti Covid”.
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Bellissima notizia!