Da Aosta a Roma in bicicletta lungo la Francigena

Un gruppo di sei amici valdostani, complici due grandi passioni comuni, il viaggio e la bicicletta, hanno progettato e realizzato un'avventura sulle due ruote: raggiungere Roma lungo la ciclovia Francigena.
Aosta Roma in bicicletta
Società

Sono rimasti affascinati dal docutrip trasmesso durante lo scorso lockdown “Non voglio cambiare pianeta”. In 16 puntate il cantante Jovanotti racconta i 4mila kilometri che ha percorso in bici tra Cile ed Argentina trasportando il pubblico sulle strade sudamericane attraverso panorami e natura mozzafiato.

Da lì un gruppo di amici di Aosta, complici due grandi passioni comuni, il viaggio e la bicicletta, hanno progettato la loro avventura: raggiungere Roma in bicicletta lungo la ciclovia Francigena.

Patrik Gerbaz, Antonio Malara, Erik Vial, Maurizio Telloli, Federico MassaDenis Falconieri sono partiti da Châtillon lo scorso 16 ottobre. L’idea di partire dal Colle del Gran San Bernardo si è scontrata con la chiusura al traffico per neve, quella da Aosta per l’interruzione della statale a Verrayes a causa della zona rossa ormai revocata.

I pellegrini su due ruote hanno raggiunto Roma dopo 8 giorni, il 24 ottobre, dopo circa 900 km e oltre 10 mila metri di dislivello positivo percorsi su biciclette muscolari fornite da Heroebike che ha sostenuto l’iniziativa.

Il viaggio in 8 tappe a stretto contatto con storia, cultura, enogastronomia e natura è stato raccontato su due blog dei partecipanti – Roadtocervino di Denis Falconieri e il blog di Federico Massa.  Nelle ultime due tappe si è unito a loro Angelo Pittro direttore di Lonely Planet Italia che ha voluto seguire e raccontare sul suo profilo instagram questo viaggio slow.

“In un momento in cui è sconsigliato fare viaggi all’estero, abbiamo programmato e portato a termine questa avventura” ci racconta Denis Falconieri uno dei protagonisti. “Siamo contenti di essere riusciti a completarla appena prima delle restrizioni e speriamo anche di essere riusciti, attraverso i nostri occhi, i nostri racconti e le nostre fotografie, a dare un po’ di ossigeno a chi è rimasto a casa”.

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