Dalla ‘Cafona’ al pulmino: la nuova sfida dei valdostani Favre e Iacovelli alla Dakar

Un pulmino per la Dakar 2026: Henry Favre e Alessandro Iacovelli lanciano la sfida e aprono una raccolta fondi per correre il rally più famoso del mondo.
Pulmino
Società
Dopo aver portato l’anno scorso al traguardo “la Cafona“, come è stata ribattezzato il Mitshubishi Pajero del 1990, i valdostani Henry Favre e Alessandro Iacovelli sono pronti a lanciare una nuova sfida alla Dakar. Prendere parte all’edizione 2026 del famoso e affascinante Rally, ma a bordo di un pulmino. Per dar gambe al loro progetto hanno lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme, che al momento ha superato i 9mila euro dei 22mila fissati come obiettivo.
“Non bisogna per forza avere una storia triste da raccontare per avere una bellissima causa da supportare: la nostra è semplicemente una voglia di correre per la seconda volta la Dakar e di raccontarvi sui social nel metodo meno professionale possibile, i retroscena della gara più dura al mondo. – scrivono i due valdostani –  Esatto, la tua donazione è da considerarsi come una sorta di abbonamento di una piattaforma multimediale insicura, di pessima qualità e che trasmette video e immagini con la telecamera unta”.
Favre e Iacovelli
Favre e Iacovelli
Il progetto viene definito da Favre e Iacovelli “fallimentare” ricordando come l’anno scorso con “la Cafona” hanno sì tagliato il traguardo, ma “con 5000 penalità ad una gara di regolarità” e arrivando  “terzultimi in classifica della Dakar Classic 2025“. Per la cronaca gli ultimi due hanno fatto incidenti e si sono ritirati.
I fondi raccolti grazie al supporto di amici e appassionati di rally serviranno a “creare da zero un pulmino da corsa“. Un mezzo “credibile agli occhi delle aziende”  che così potranno appoggiare il progetto dei due valdostani.  “Nessuno ha mai fatto un pulmino da corsa, omologato e aggiornato ai sistemi di sicurezza attuali e in grado di finire la Dakar” ricorda Favre sulla propria pagina Instagram. Chissà che non siano proprio i valdostani a scrivere questa nuova, folle pagina di storia del rally.

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