La nuova avventura di Henry Favre: correre la Dakar nel 2025

Assieme a Alessandro Iacovelli, 26enne di Charvensod, sta lavorando per essere alla partenza del rally più famoso al mondo. La macchina, un Pajero del 1990 è stata acquistata ma ora "ci servono sei iniettori, un'idroguida di scorta, 2 crociere porte, 1 sensore giri e 95mila euro".
Henry Favre Alessandro Iacovelli Dakar
Società

Dopo esser arrivato a Capo Nord con l’Ape e aver girato tutta Italia in sella ad un Ciao, Henry Favre, il 29enne di Gressan si appresta ad affrontare il deserto. Assieme a Alessandro Iacovelli, 26enne di Charvensod, sta lavorando per essere alla partenza del rally più famoso al mondo: la Dakar.  “Sono sempre il matto viaggiatore del Ciao e dell’Ape, ma ora sono cresciuto e sogno più in grande” racconta Henry.
La storica gara da diversi anni ha cambiato volto e anche nel gennaio 2025 si correrà nel deserto dell’Arabia Saudita. L’anno scorso Henry ha potuto assistere alla competizione come inviato della Gazzetta Motori. “Me ne sono innamorato” dice “e ora vorrei diventare assieme ad Alessandro protagonista di quel racconto social”.

I due valdostani percorreranno i 7.891 chilometri della Dakar a bordo di un Pajero del 1990. “Prenderemo parte alla categoria Classic, riservata ai cimeli da museo che vengono nuovamente maltrattati nel deserto dopo anni di esposizione”. La macchina, “già abituata al deserto”, è stata acquistata da un team toscano e ora è in officina per essere rimessa a nuovo da Iacovelli, meccanico nell’azienda Emmepi di famiglia.

“Ci servono sei iniettori, un’idroguida di scorta, 2 crociere porte, 1 sensore giri e 95mila euro”.
L’entusiasmo e le sana pazzia che contraddistingue Henry e l’amico non bastano per vedere i due valdostani alla partenza della Dakar.
“Anche per partecipare da “poveri”, facendo noi i meccanici e creandoci un’assistenza di base, dobbiamo raccogliere intorno ai 95mila euro”. Da qui l’appello alle aziende valdostane a supportare l’iniziativa. “Ci piacerebbe portare con noi un po’ di aziende valdostane, per riportare alto il nome della Valle d’Aosta nel motor sport”.
Creator e brand ambassador di Malossi, Henry spera poi che fra i suoi 71mila follower su Instagram vi sia “qualche direttore marketing che voglia investire su un progetto fallimentare di due valdostani, che però si impegneranno a raccontare la Dakar nel modo più genuino e spontaneo, senza guardare la classifica”.

Se l’impresa andrà in porto, Favre – Iacovelli potrebbe essere il secondo team valdostano a prendere parte alla Dakar dopo quello formato da Collomb-Picchiottino in sella ad una Campagnola. Epiche anche le partecipazioni nel tempo di valdostani all’altra famosa competizione, il Rally dei Faraoni, portata a termine fra gli altri da Gomiero, Sinisi, Miglietta, Amail e Barrel.

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