Di corsa a Valencia (anche) per Enrico

Maurizio Cerva ha partecipato, e chiuso, la maratona della città andalusa correndo con il pettorale in memoria dell'amico mancato a fine ottobre.
Maurizio Cerva
Società

“Impossibile sentirlo più vicino di quanto già sia”. Maurizio Cerva, di ritorno dalla Spagna, commenta a modo suo la maratona appena corsa dedicata a Enrico Gambini, scomparso in un incidente stradale il 19 ottobre.
Correre per ricordare e correre perché sul volo per la Spagna in realtà i posti prenotati erano 2: “Io avevo prenotato per me e per un’altra persona, molto probabilmente sarebbe stato Enrico ad accompagnarmi. Sarebbe stato lì e mi avrebbe detto di non mollare. Ho corso e l’ho fatto per me, ma lui era con me e questo senza dubbio è stata una cosa bellissima”. Ci sono infiniti modi di reagire al dolore e infinite sono le vie che ci portano a ricordare. Spingere i propri limiti oltre, soffrire lungo il percorso, ma non mollare, come se una corsa racchiudesse in sé l’essenza di una promessa.

Maurizio Cerva
Maurizio Cerva

Cerva, il Mostro Cerva per gli amici di una vita, non dimentica e soprattutto affronta la vita e quello che questa comporta sempre con uno spirito da vero mostro: con tenacia e sorriso.
La corsa della città andalusa è una delle più rinomate in Spagna ed è stata la prima nella penisola iberica a essere riconosciuta dai circuiti internazionali di corsa a piedi: più di 40km con soste e cancelli lungo il percorso. Una gara lunga e sfiancante, che Maurizio ha corso tenendosi sotto a un ottimo tempo anche se la tibia e la schiena hanno creato qualche problema: “Quando Enrico è mancato io ho comunque deciso che questa maratona l’avrei fatta, anche con qualche acciacco fisico, ma chiuderla è stato qualcosa di incredibile. Rischiava di diventare una beer run – scherza il Mostro -, e invece il pettorale di Enrico ha tagliato il traguardo in 4.45”.

Un ottimo tempo, una corsa in cui i momenti di difficoltà non sono mancati, ma che “mi sono serviti per soffrire e per ricordarmi di chi ho intorno e di chi ormai mi ha lasciato”.
Enrico, uno dei migliori amici di Maurizio, continua a vivere anche così, nel ricordo di chi non lo conosceva solo come un grande tatuatore, ma come una persona con cui fare un pezzo di strada assieme e ogni tanto prendersi in giro.

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