Dialogo a tre sulle prospettive dell’industria valdostana

?Non si fa che dire che bisogna ?fare sistema?, ma finora questa espressione ha indicato un concetto puramente astratto, è ora di dare concretezza a questa espressione?. Così Roberto Marzorati, vicepresidente della Cogne Acciai...
Società

?Non si fa che dire che bisogna ?fare sistema?, ma finora questa espressione ha indicato un concetto puramente astratto, è ora di dare concretezza a questa espressione?.
Così Roberto Marzorati, vicepresidente della Cogne Acciai Speciali, si è rivolto all’assessore alle attività produttive Leonardo La Torre, durante la conferenza stampa convocata per presentare il bilancio, piuttosto lusinghiero, dell’azienda siderurgica, ma anche per porre le basi di una riflessione più ampia sul futuro del settore. ?Purtroppo su 440 milioni di euro investiti dalla Regione, solo 22, meno del 5 % , sono destinati all’industria valdostana. Con questi presupposti la domanda sorge spontanea: l’amministrazione regionale è realmente interessata allo sviluppo dell’industria??.
Anche Giuseppe Bordon, presidente di Confindustria Valle d’Aosta, egualmente presente alla conferenza stampa, ha espresso perplessità a riguardo.
Il momento – ha aggiunto Bordon – è propizio, la ?macchina? è partita, ma bisogna aiutarla ad andare avanti, anche eliminando vincoli e lacci che la ostacolano nella sua corsa?.

Bordon e Marzorati hanno quindi rivolto un appello all’assessore, invitando La Torre a farsi promotore delle loro richieste presso il Governo regionale, definendo un macroprogramma per rilanciare l’industria manifatturiera in Valle, e destinando al settore risorse più congruenti alle necessità alle aziende che portano avanti un programma di sviluppo e una progettualità credibile.

?E’ in corso di elaborazione una nuova legge regionale in materia, che faccia leva proprio sulla ricerca e lo sviluppo?
ha annunciato, in risposta, Leonardo La Torre. ?Non abbiamo intenzione di assegnare finanziamenti a pioggia, ma di premiare chi vule reslamente investire in progetti di crescita, perché l’impresa non deve solo rivecere, ma anche restituire alla collettività sviluppo, benessere, lavoro.
Devo però ammettere –
ha concluso – che quando accade ad esempio che vengano destinate somme ingenti per la costruzione di qualche rotonda, opere importanti ma magari non immediatamente indispensabili, mentre le risorse per il settore industriale sono così scarse, mi sento umiliato?.

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