Domani a Roma le Regioni unite nella protesta contro il decreto in materia ambientale

Le Regioni italiane sono tutte compatte nel portare avanti una protesta che si fonda su diverse ragioni e che vuole impedire una ?marcia indietro? rispetto a quanto fino ad oggi si è fatto relativamente alle...
Società

Le Regioni italiane sono tutte compatte nel portare avanti una protesta che si fonda su diverse ragioni e che vuole impedire una ?marcia indietro? rispetto a quanto fino ad oggi si è fatto relativamente alle Politiche Ambientali.
Il Decreto legisaltivo sulle norme in materia ambientale, che verrà discusso prossimamente dal Governo, per le Regioni è il frutto di una strada unilaterale, che, rispetto alle intenzioni iniziali, non ha visto una concertazione preliminare. Le Regioni si sono di fatto trovate ad analizzare in tempi strettissimi un ?corpus Juris? di 318 articoli, 45 allegati, per un totale di 700 pagine che non si limita a coordinare riordinare o integrare la normativa dei diversi settori ambientali, ma compierebbe una vera e propria opera di smantellamento delle iniziative che nel corso di questi anni sono state assunte dalle Regioni.

?Lo Stato di fatto si riappropria di competenze che erano già delegate da anni alle Regioni e agli Enti locali – ha spiegato in conferenza stampa l’assessore regionale all’Ambiente, Albert Cerise – Esiste poi una palese contraddittorietà con le direttive europee oltre a vizi di incostituzionalità?.

I rappresentanti delle Regioni, che domani manifesteranno compatte a Roma, di fronte alla sede della Conferenza in via Parigi 11, contesteranno il Disegno di legge del Governo sia nella forma che, soprattutto, nel merito.
Le stesse Regioni si sono inoltre rifiutate di apportare emendamenti ad una legge ?che è incostituzionale – ha precisato Cerise – per non essere corresponsabili delle violazioni contenute nella proposta?.

? I punti di criticità del decreto – ha aggiunto Cerise – sono tali da non rendere possibile un approccio emendativo del testo anche perché le conseguenze di una eventuale definitiva approvazione del testo sarebbero quelle di indebolire le politiche ambientali del nostro paese e la loro coerenza con le direttive dell’Unione europea, nonché quelle di determinare l’abbassamento dei livelli di tutela dell’ambiente e della salute a danno di tutti i cittadini, senza peraltro portare all’auspicata semplificazione delle procedure e dei processi attuativi per le imprese e gli operatori?.

Il Decreto legislativo, alla base delle protesta, rappresenta per le Regioni un tentativo di riappropriazione centrale di funzioni e compiti conferiti, come detto, alle Regioni e agli enti locali, e sui quali è stata impostata in questi anni tutta la politica di programmazione ambientale.

Qualora il D.lgs dovesse passare, tutte le Regioni faranno ricorso alla Corte Costituzionale. Allo stesso Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, è stato inviato un appello in tal senso.

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