Fisioterapisti valdostani uniti contro l’abusivismo sanitario

Venti professionisti e consulenti multidisciplinari della nostra regione hanno deciso di aderire al protocollo d’intesa “Studi fisioterapici di Montagna” per fare chiarezza e tutelare i cittadini in ambito riabilitativo.
Gli aderenti al protocollo d'intesa
Società

Kinesiterapisti, tecnici della riabilitazione, massofisioterapisti, manipolatori e massaggiatori: di cosa si occupano e cosa hanno studiato per farlo? Secondo un’indagine del Coordinamento nazionale delle professioni sanitarie (Conaps) del 2010, in Italia i fisioterapisti abusivi sono il doppio degli abilitati (100 mila contro 50 mila).

Insomma, chi è alla ricerca di uno specialista per curare un mal di schiena o per recuperare da una frattura farebbe bene a stare attento, perché ha due probabilità su tre di finire sotto le dita di un falso camice bianco. E buone chances di peggiorare il proprio problema.

Ma com’è possibile? In teoria, solo i fisioterapisti potrebbero mettere le mani su persone con una condizione patologica senza la prescrizione di un medico specialista. A oggi l’Associazione italiana fisioterapisti (Aifi) ne riconosce quattro: Fisiokinesiterapista, Terapista della riabilitazione, Tecnico fisioterapista della riabilitazione, Terapista della riabilitazione dell’apparato motore. In realtà però, c’è grande confusione, anche perché una legge, recentemente abrogata, equiparava i laureati in scienze motorie (ex Isef) ai laureati in fisioterapia.

Ora sarà un po’ più facile riconoscere l’esperto titolato, grazie anche alla “certificazione” assegnata martedì scorso a Courmayeur dall’assessore regionale alla Sanità, Albert Lanièce, ai venti fisioterapisti e consulenti multidisciplinari in ambito sportivo–medico–riabilitativo, residenti o con sede dello studio libero-professionale nella nostra regione, che hanno deciso di aderire al protocollo d’intesa “Studi fisioterapici di Montagna”.

Si tratta di una targa che sarà esposta in bella vista negli studi valdostani aderenti, in modo da aiutare i cittadini a distinguere i veri professionisti del settore da chi invece pratica il mestiere in maniera abusiva.

Il progetto è nato con la volontà di promuovere sul territorio la professione, d’implementare la gestione multidisciplinare dei casi clinici, di favorire una pratica clinica basata sulle prove di efficacia scientifica, di sviluppare rapporti con gli enti istituzionali e soprattutto di tutelare i cittadini in ambito riabilitativo.

“L’iniziativa – ha spiegato Lanièce – ha trovato la giusta modalità per perseguire gli obiettivi inerenti i rapporti tra la realtà dei fisioterapisti valdostani, gli enti, le istituzioni e la tutela del cittadino. C’è poi l’idea di organizzare, per il 2012, un incontro pubblico di presentazione del progetto per illustrare le competenze delle varie figure professionali riabilitative presenti su tutto il territorio regionale”.

I fisioterapisti che volessero aderire al protocollo di Intesa possono farlo gratuitamente inviando una mail con le proprie generalità e allegato titolo di studio a info@fisio-sfm.com, il documento potrà essere firmato durante le riunioni degli aderenti che si tengono mensilmente e di cui verrà data informativa tramite e-mail.

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