Forse non tutti sanno che esiste un rapporto fra allergie ad allergeni inalanti e alimentazione.

Viene considerato il rapporto esistente fra le allergie verso aeroallergeni e l’alimentazione, i reciproci rapporti e le modalità con cui si possono influenzare a vicenda, unitamente ad una possibile terapia e profilassi omeopatica.
Società

A prima vista potrebbe sembrare strano affiancare le allergie nei confronti degli allergeni inalanti, pollini in particolare, che hanno come principale bersaglio le mucose delle vie aeree con il problema dell’alimentazione che riguarda invece l’intestino. In realtà, se pensiamo che noi contattiamo il mondo esterno mediante la pelle, le mucose dell'apparato respiratorio e quelle del tubo digerente, le quali presentano una superficie complessiva ben maggiore rispetto alle altre due messe assieme, intuiamo subito che l'intestino deve essere necessariamente un apparato importante nel determinismo della patologia allergica indotta dagli allergeni ambientali.

A seguito dell'ingestione di alimenti allergizzanati si possono infatti manifestare sintomi in sede diversa dall'apparato respiratorio, come ad esempio a livello labiale, al cavo orale, a carico dell'intestino e perfino a livello dell'orecchio medio. Anche la clinica offre numerosi spunti in merito. Ad esempio soggetti allergici alle betullacee presentano talora disturbi gastroenterici, in particolare la cosiddetta "sindrome orale allergica", peraltro comune anche con altri allergeni, se mangiano una mela cruda od il finocchio; altri, sensibilizzati nei confronti delle corylacee, trovano invece difficoltà a mangiare le noci o le noccioline; altri ancora, allergici verso le graminacee, non tollerano il melone, l'anguria od il kiwi e vedono aggravati i loro sintomi stagionali allorquando eccedono nell'introdurre farina di frumento o nel bere birra; chi soffre per le composite talora non riesce a mangiare la banana o la carota, ecc…

La suddetta sindrome orale allergica (SOA) si caratterizza per la comparsa di sintomi orali immediati nei punti di contatto con l'alimento (ossia prurito, bruciore al palato, alla lingua, alle labbra con eventuale gonfiore della mucosa orolabiale, senso di costrizione al faringe, disturbi della deglutizione). In seguito possono presentarsi anche sintomi extra-orali dopo 15-60 minuti dall'assunzione dell'alimento (sintomi gastrointestinali, orticaria/angioedema, edema laringeo, rinite, asma, congiuntivite e molto raramente shock anafilattico).

Sono queste le cosiddette reazioni crociate. Il fenomeno trova la sua spiegazione nel fatto che esistono numerosi antigeni in comune fra i pollini e gli alimenti. Generalmente il processo di cottura degli alimenti rende questi ultimi molto meglio tollerati da parte dei pazienti in quanto il calore denatura gli antigeni responsabili della sintomatologia.

Di seguito riporto i principali alimenti che possono indurre reazioni crociate in soggetti sensibilizzati:

CIBI CHE CROCIANO CON LE GRAMINACEE:
melone, pomodoro, anguria, arancia, kiwi, albicocca, ciliegia, pesca, mandorla,
prugna, frumento.
CIBI CHE CROCIANO CON ARTEMISIA ED AMBROSIA:
banana, camomilla, carota, castagna, cicoria, finocchio, margarina, miele, olio di girasole, prezzemolo, sedano, tarassaco.
CIBI CHE CROCIANO CON BETULLA, NOCCIOLO ED ONTANO:
mela, pera, carota, finocchio, noce, nocciola, ciliegia, fragola, lampone, prezzemolo, frutta secca.
CIBI CHE CROCIANO CON PARIETARIA
basilico, ciliegia, melone, ortica, gelso.
CIBI CHE CROCIANO CON GLI ACARI
molluschi, gamberi, lumache.

Il fatto di poter conoscere esattamente il quadro pollinico ambientale è quindi particolarmente importante anche per i risvolti alimentari connessi con la patologia allergica stagionale e non solo in funzione dei soli disturbi a carico delle vie aeree o della congiuntiva oculare.

Il Paziente potrà così, in relazione alla sua specifica allergia, modulare l'apporto del cibo che crocia con il suo quadro allergico, specialmente durante il periodo di maggiore presenza degli allergeni responsabili nell'atmosfera, escludendo o riducendo quegli alimenti che anche soggettivamente tendono a causare o ad aggravare i suoi disturbi.
Tanto per fare un esempio pratico, se si trattasse di Soggetto allergico alle graminacee, sarebbe meglio per lui, particolarmente durante i mesi in cui esistono alti picchi pollinici verso graminacee, non eccedere nei confronti degli specifici alimenti crociati descritti in precedenza, ivi compresi pizza, gnocco, farinacei in genere e birra, ossia alimenti che sono in qualche modo strettamente correlati con le graminacee.
La loro eccessiva introduzione tenderà infatti ad aggravare la sintomatologia allergica "classica" nel suo complesso, vale a dire anche la congiuntivite, la rinite e soprattutto l'asma bronchiale.

Dal punto di vista terapeutico e profilattico trovo molto utile ricorrere a specifici rimedi omeopatici, vale a dire a cure personalizzate a seconda delle allergie presentate dal singolo Paziente, abbinate eventualmente anche a rimedi di fondo.
A titolo di esempio riporto come potrebbe apparire la prescrizione di un semplice rimedio per un allergico a graminacee e ed alcuni alimenti ad esse correlati, realizzato poi dal Farmacista.

RIMEDIO ISOPATICO

-MIX Graminacee |
-farina di Frumento I
-Pomodoro |ANA PARTES
-Pesca I
-Melone |
-istamina……………………..7/15 CH………………………20%
-Ribes Nero MG DH1………………………………………..30%
Tre confezioni: 1 alla 12 CH, una alla 15 CH, una alla 30 CH gtt—-> 20-30 gtt per 2 volte al dì, prima di colazione e cena, in successione e fino a completamento.
Durante la fioritura, in occasione di disturbi fastidiosi, anche più volte al dì. (3-4).

Dott. Rino Zironi
Specialista in Malattie dell'apparato  respiratorio, Medicina dello sport  e Malattie infettive.

Per questo articolo si ringrazia la Società Dual Sanitaly divisione omeopatia Homeopharm.

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