Sono tre i nuovi casi di sieropositività registrati in Valle d’Aosta nel 2015 mentre nessun decesso per Aids è segnalato (nel 2014 i nuovi sieropositivi furono 8, due i decessi per Aids). Dei tre sieropositivi due sono italiani ultracinquantenni, uno è uno cittadino straniero con poco più di 30 anni. I soggetti sono sia etero che omosessuali. Mentre due di essi hanno già iniziato la terapia antiretrovitrale, il terzo sta completando gli esami di screening.
I dati arrivano dall’Azienda Usl in occasione della Giornata mondiale di lotta contro l’Aids, istituita per la prima volta nel 1988 per volontà dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
“Nessuno dei tre soggetti ha fatto il test volontariamente – spiega Silvia Magnani, infettivologa presso il “Parini”. In occasione di altri esami abbiamo consigliato loro di effettuate anche il test HIV. Da lì la conferma della sieropositività”.
Dai dati pubblicati dal Centro Operativo Aids (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità si apprende che nel 2014 in Italia 3.695 persone hanno scoperto di essere HIV positive, un’incidenza pari a 6,1 nuovi casi di sieropositività ogni 100 mila residenti.
L’incidenza, ossia le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2014, non mostra particolari variazioni rispetto ai tre anni precedenti e colloca il nostro Paese al 12° posto nell’Unione Europea. Le regioni che hanno mostrato un’incidenza più alta sono state il Lazio, la Lombardia e l’Emilia-Romagna. La maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali senza preservativo, che costituiscono l’84,1% di tutte le segnalazioni. Il 27,1% delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera.
“Come confermato dal dato nazionale, i casi di sieropositività sono conseguenti a rapporti sessuali non protetti – prosegue Silvia Magnani – ed è ciò che è accaduto ai nostri pazienti. Purtroppo l’attenzione nei confronti dell’Aids sta diminuendo sempre più e con essa l’utilizzo dei profilattici”.
Oggi le nuove terapie sono sopportabili e i sieropositivi si configurano come malati cronici che possono convivere anche a lungo con la patologia.
“Molti soggetti non sono consapevoli di essere sieropositivi e magari lo scoprono casualmente in occasione di altri test – conclude Silvia Magnani. Consigliamo a tutte le persone che hanno una intensa vita sessuale e cambiano frequentemente partner di usare le debite precauzioni e, comunque, di effettuare i test a distanza ravvicinata”.