Giornata prematurità, l’Arco d’Augusto illuminato di viola

18 Novembre 2021

Si è tinto di viola ieri sera l’Arco di Augusto in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità. Attorno al monumento si sono ritrovati genitori e bambini, chiamati a raccolta dall’associazione Mano nella Mano Onlus Valle d’Aosta. La serata, animata da Mago Merlino, si è conclusa con il lancio di palloncini bianchi che “simbolicamente raggiungeranno le manine dei bimbi prematuri di tutto il mondo”.

Arco di Augusto in Viola – Giornata prematurità

Ogni anno, nel mondo, circa 15 milioni di bambini nascono prima del termine e ben un milione non sopravvive. Globalmente, un neonato su 10 nasce prematuro, cioè prima della 37esima settimana di gravidanza. In Italia capita a circa 40mila bimbi all’anno. Le problematiche collegate a questa condizione sono tante e non conosciute ed è proprio per questo motivo che il 17 novembre di ogni anno ricorre la Giornata Mondiale della Prematurità, una manifestazione globale celebrata in più di 60 paesi, che dal 2011 ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prematurità e della malattia nei neonati, per dare voce alle famiglie dei piccoli pazienti, che talvolta hanno problemi di salute o non sopravvivono.

L’Associazione Mano nella mano Onlus, nata nel 2016, è composta da genitori di neonati prematuri e da personale della Patologia Neonatale dell’Ospedale Beauregard, ha come obiettivo il sostegno e l’accompagnamento delle famiglie nel difficile percorso della nascita prima del termine.

La giornata mondiale del prematuro è stata istituita nel 2008 e in seguito riconosciuta dal Parlamento Europeo mediante l’impegno della “European Foundation for the Care of Newborn Infants” (EFCNI).

“Quello della prematurità è un fenomeno che passa in sordina – afferma l’Assessore Roberto Alessandro Barmasse – ma costituisce una percentuale importante a livello sanitario. Grazie ai progressi della medicina e alle cure sanitarie, sempre più spesso si riescono a superare tutte le difficoltà senza dimenticare l’importanza di sostenere i genitori del neonato attraverso un loro coinvolgimento precoce, riconoscendone la capacità curante”.

 

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