Sono, al momento, 27 i Comuni valdostani che hanno fornito riscontro all’indagine del Celva e della Regione per monitorare la disponibilità di strutture, alloggi e spazi – pubblici e privati – in vista dell’arrivo di eventuali profughi dall’Ucraina.
A spiegarlo, in una nota, è lo stesso Consorzio degli Enti locali della Valle d’Aosta.
Nei giorni scorsi i Comuni hanno infatti avviato la ricognizione sul territorio chiedendo ai cittadini di segnalare la disponibilità di alloggi non utilizzati o la possibilità delle famiglie di ospitare eventuali profughi in arrivo dalle zone di guerra. Gli Enti locali valdostani hanno messo a disposizione palestre e centri polivalenti per l’accoglienza di emergenza a fronte di un arrivo in massa di profughi, oltre a spazi attrezzati di proprietà comunale.
I cittadini hanno segnalato invece la disponibilità di alloggi di varie tipologie, dalle intere abitazioni fino ai posti letto in stanze condivise all’interno delle famiglie.
Sono già stati segnalati oltre 60 spazi e strutture disponibili. Il Celva sta fornendo supporto alla Protezione civile per l’ordinamento delle disponibilità e per l’organizzazione di sopralluoghi sul territorio.
La ricognizione dei Comuni, unita all’Avviso pubblico emanato dalla Regione e all’analoga iniziativa di Adava, prosegue, con l’obiettivo di sensibilizzare ancor più la popolazione, in vista dell’eventuale arrivo di profughi dalle zone del conflitto.