Gli studenti valdostani a Chambéry: “Noi stiamo a casa, ma in Francia la situazione è vergognosa”

All'Università di Chambéry si è registrato un caso positivo, ma fino al tardo pomeriggio di ieri gli studenti erano stati invitati a "non diffondere il panico" e a continuare a vivere, quasi come se nulla stesse accadendo.
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Società

Un caso positivo di Coronavirus nella vicina università di Chambéry e la richiesta, inviata dalle istituzioni agli studenti a “non diffondere il panico” e a continuare a vivere, quasi come se nulla stesse accadendo.
Un invito accolto con rabbia dai tanti studenti italiani –  quasi una cinquantina i valdostani che frequentano l’ateneo valdostano – che seguono di ora in ora l’evolversi della situazione italiana.

“Si respira paura ed incertezza fra noi italiani, studenti e docenti, vediamo un’Italia bloccata ed in ginocchio, mentre noi viviamo in un paese che non ha preso adeguatamente sul serio quanto sta accadendo. La situazione qua è vergognosa, ci sono stati casi all’università di cui noi siamo a conoscenza e con i quali siamo in contatto telefonico” racconta Jacopo Romei “Le istituzioni ci hanno invitato a tacere, a non dire nulla, per non diffondere il panico, in quanto la situazione è sotto controllo in Francia”.

Soltanto ieri sera il Presidente Emmanuel Macron ha disposto la chiusura di scuole, licei e università fino a contrordine. “Fino alla mattina di giovedì le istituzioni ci chiamavano a sostenere esami, a partecipare a manifestazioni, a prendere parte ad iniziative culturali di ogni tipo“. Solo nel tardo pomeriggio di ieri gli studenti hanno ricevuto una email che confermando il caso di contagio, li avvisava che le persone entrate in contatto con la ragazza risultata positiva sarebbero stati contattati per essere successivamente messi in isolamento domiciliare.

“Le disposizioni dell’università di Chambéry non sono state per nulla chiare fino a ieri sera. – aggiunge Vittoria, studentessa di master in lingue e letterature – Ci invitano a stare a casa, ma a non diffondere notizie di contagio per ovviare il panico.”

Gli studenti valdostani, prima ancora che arrivassero indicazioni in tal senso dall’Università, avevano già deciso di mettersi da soli in quarantena. “Ci sentiamo soli, nei nostri piccoli appartamenti per studenti, dove passeremo la nostra quarantena. – dice ancora Jacopo –  Ci sentiamo un po’ inutili a vedere le nostre famiglie e il nostro paese in preda ad una crisi così importante. Ci sentiamo spaventati, sinceramente da giorni oramai per quello che sarà, per l’Italia e il mondo. Cerchiamo tutti di farci coraggio a vicenda e di ripeterci: “tutto andrà bene” e di diffondere l’hashtag #jerestechezmoi, com’è stato fatto in Italia.”

 

 

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