Gran Hotel Billia e Caserma dei carabinieri sotto sequestro

Sono otto le persone iscritte nel registro degli indagati per sottrazione fraudolenta di beni al pagamento delle imposte, all'interno dell'inchiesta che ha portato ieri al sequestro, da parte della Guardia di Finanza di...
Società

Sono otto le persone iscritte nel registro degli indagati per sottrazione fraudolenta di beni al pagamento delle imposte, all’interno dell’inchiesta che ha portato ieri al sequestro, da parte della Guardia di Finanza di Pollein, della caserma dei carabinieri di Chatillon, in località Bretton 3, del Grand Hotel Billia di Saint Vincent e dei beni funzionali all’attività del Casinò.
Tra gli indagati figurano l’allora presidente del Cda di Saav Umberto La Commare e i componenti del Consiglio di Amministrazione e del collegio sindacale, nessuno dei quali risiede in Valle d’Aosta. Tutto sarebbe partito da un accertamento fiscale alla Saav (Società Attività Alberghiere Valdostane, controllata dal gruppo finanziario romano D’Ovidio Lefebvre) relativo agli anni 1997 e 1998. Dagli accertamenti risulterebbe, infatti, un debito tributario di 3,5 milioni di euro (1,7 milioni per il ’97 e 1,8 per il ’98). In entrambe le strutture sequestrate, tuttavia, l’attività interna continua normalmente, trattandosi di un sequestro cautelativo.
?I legali dell’Amministrazione regionale stanno seguendo con attenzione la vicenda – ha commentato il Presidente della Giunta regionale Luciano Caveri. La Regione, infatti, con un investimento di 60 milioni di euro, nell’ottobre scorso aveva acquistato da una società del gruppo Lefèvre il Grand Hotel Billia, che ora è stato posto sotto sequestro. L’operazione che ha portato all’acquisto da parte della Regione del Grand Hotel Billia e di altri beni immobili, complessivamente vale 90 milioni di euro, oltre ai 58 milioni per l’acquisto la restante cifra è infatti relativa alla ristrutturazione del vecchio albergo. Per reperire i fondi per l’intera operazione la Regione è ricorsa al mercato dei capitali, con debiti da estinguere in 20 anni.
L’inchiesta – ha aggiunto Luciano Caveri, – non mette in dubbio la correttezza dell’operazione e non penso ci siano possibilità di revocatorie per l’acquisto?.
La SAAV tra l’aprile del 2003 ed il novembre del 2004 la Saav ha venduto gli immobili in questione, la caserma alla Property Service e altri beni alla Villane Aurelia, sottraendoli così al patrimonio societario per il pagamento delle tasse evase. Gli inquirenti ritengono che le compravendite siano avvenute tra società controllate dallo stesso gruppo.

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