Guerra in Ucraina, il vescovo Lovignana: “occorre trovare una ‘pace giusta’”

In una conversazione radiofonica nella mattinata di oggi, venerdì 23 dicembre, il Vescovo della Diocesi di Aosta ha affrontato diversi temi di attualità, inclusi il Qatargate e la distanza tra la cittadinanza e chi è chiamato a governarla.
Mons. Franco Lovignana
Società

“Non è che la gente sia lontana dalla politica, a volte è lontana dai politici e da un certo modo di fare politica, ma la gente comunque riflette sui problemi, sui problemi che vive in prima persona, ma anche sui problemi della propria comunità, del Paese, del mondo”. E’ una delle riflessioni sviluppate nella mattinata di oggi, venerdì 23 dicembre, dal Vescovo di Aosta, monsignor Franco Lovignana, in un’intervista ai microfoni di Radio Proposta Aosta, in vista delle festività natalizie.

“Ascoltare anche i pensieri della gente”

Una conversazione dedicata a temi di attualità, a partire dalla distanza – testimoniata, tra l’altro, dai dati di astensione alle ultime tornate elettorali – tra la cittadinanza e chi è chiamato a governarla, in un momento di crisi. Al riguardo, l’alto prelato ha ricordato come “anche nei paesi più piccoli ci fossero comunque dei circoli, delle sezioni, dei partiti”. Certo, erano “sicuramente anche un modo di elaborare il consenso e di raccogliere voti”, ma comunque pure “un luogo in cui c’era un contatto più diretto tra chi aveva il compito di amministrare o governare e la gente con i suoi problemi”.

Ecco quindi che occorre, secondo Lovignana, “ascoltare di più quelli che sono i bisogni, ma anche la riflessione, il pensiero della gente”, fatto che “potrebbe riavvicinare e, soprattutto nei giovani, riaccendere il desiderio di una politica con la P maiuscola, cioè che sia veramente un mettersi a disposizione, a servizio della propria comunità”.

Il Qatargate e “le istituzioni strumentalizzate”

Il Vescovo di Aosta non si è poi sottratto a un tema scottante come il Qatargate, l’inchiesta sulla corruzione di alcuni europarlamentari che sta scuotendo il continente (ed è arrivata fino alla Valle d’Aosta). Posto che toccherà all’autorità giudiziaria pronunciarsi sulle responsabilità dei coinvolti, l’aspetto restituito dalle indagini, della cospicua disponibilità di denaro contante da parte di alcune figure pubbliche (tanto da essere stipato in valigie) è stato definito da monsignor Lovignana “drammatico nella sua scandalosità”.

In questo campo, ha continuato il Vescovo, “credo valgano tante riflessioni”. “Una è sicuramente – ha continuato – una perdita di riferimenti etici e, tante volte, anche del senso di responsabilità, anche di orgoglio del proprio ruolo di rappresentanza e della dignità delle Istituzioni, che vengono piegate, strumentalizzate a interessi particolari o personali addirittura”.

“Lavorare sulla formazione di chi amministra”

“Quando succedono fatti come questo Qatargate, – ha sottolineato Lovignana – questo viene a galla in maniera evidentissima”, però “vuol dire che c’è un modo di relazionarsi con la politica, con le istituzioni, con la rappresentanza che porta in sé qualche male, porta in sé qualche germe negativo che poi si sviluppa”.

Sollecitato sui possibili rimedi, il Vescovo ha commentato “forse coltivare il senso etico, ritrovare valori condivisi a cui fare riferimento e lavorare di più sulla formazione di una persona che si mette a disposizione della sua gente, per amministrarla, per governarla, potrebbero essere delle piste per guarire questo male”.

La guerra: “penso che il lavoro della pace si stia realizzando”

Nella conversazione, non è mancato il tema del conflitto tra Russia e Ucraina, iniziato lo scorso febbraio. “Credo fermamente che il diritto alla difesa di un popolo vada difeso. – ha affermato al riguardo il Vescovo – Non solo da un punto di vista pratico, ma anche da un punto di vista etico e di riflessione”. La sensazione di monsignor Lovignana è che “tanto pacifismo (e non mi riferisco a Papa Francesco che su questo ha una posizione molto equilibrata, e molto precisa, la abbiamo ascoltata)” sembri fatto talvolta di “riflessioni lanciate più per catturare i consensi, piuttosto che per affrontare i problemi”.

Pur premettendo di non disporre di informazioni ufficiali, l’alto prelato si è detto “convinto che diverse diplomazie occidentali stiano lavorando per costruire la pace e anche per accompagnare in questo percorso l’Ucraina e anche, come dire, altri contendenti. Penso che il lavoro della pace si stia realizzando”. Certo, occorre “trovare quello che, anche papa Francesco ha ribadito più di una volta, una ‘pace giusta’, perché comunque pace e giustizia vanno di pari passo”.

Una risposta

  1. Oltre alla guerra in Ucraina, vorrebbe dirci qualcosa sulle proteste, gli scioperi e le manifestazioni in Iran.
    Dall’inizio dei disordini a settembre le proteste si sono diffuse in 161 città e in tutte e 31 le province del paese. Secondo Human RightsActivist News Agency, organizzazione che promuove la difesa dei diritti umani in Iran, finora sarebbero 488 i morti fra i manifestanti – di cui 68 bambini- mentre più di 18 mila.

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