I maestri di sci in assemblea: “Il contesto è favorevole, dobbiamo essere onorati di indossare la divisa”

A dirlo, ieri, durante l'Assemblea generale dei maestri di sci, il presidente Beppe Cuc: "Stiamo crescendo, i numeri lo dicono". Anche se non mancano le criticità: "Abbiamo problemi di previdenza e previsione fiscale", con un pensiero alle piccole stazioni sciistiche.
L'assemblea dei maestri di sci
Società

“Il sistema funziona. E come maestri di sci dobbiamo essere consapevoli di stare in un contesto del genere, molto favorevole, cercando di mantenerlo e di farlo crescere. E stiamo crescendo, i numeri lo dicono. Anche quelli degli arrivi, con un grande aumento di stranieri. La nostra regione diventa sempre più appetibile”.

È soddisfatto Beppe Cuc, presidente dei maestri di sci valdostani, salendo sul palco del Teatro Splendor di Aosta per l’Assemblea annuale delle “giacche rosse”. È soddisfatto perché vede un momento favorevole, sul quale bisogna però tenere alta l’attenzione: “Negli ultimi dieci anni c’è stata visione importante – ha detto -. Dobbiamo chiederci se vogliamo essere un Valle d’Aosta di Serie A o di Serie B, e se vogliamo stare ‘nella parte sinistra della classifica’.  E questo ragionamento ha colto nel segno: negli ultimi anni sono stati fatti sforzi incredibili da parte di chi gestisce il sistema turistico”.

Qualche esempio? “Conosciamo tutti i grossi investimenti, anche in fase di attuazione, a partire dalla stazione di Pila, con l’inaugurazione della Stella del Couis – ha aggiunto Cuc -. Ma anche investimenti importanti a Breuil-Cervinia, a La Thuile, a Courmayeur. E mi fa piacere l’attenzione rivolta anche alle piccole stazioni. Se ci guardiamo attorno, in Italia ci sono località che con poca neve hanno chiuso. Questi paesi e queste stazioni sono praticamente morti. E anche i maestri di sci rischiano di andare a casa, di doversi ricollocare in altre stazioni”.

Qui è diverso: “Abbiamo fortuna di vivere circondati dai quattromila. Ora speriamo arrivino neve e freddo, ora abbiamo avuto la possibilità di avere impianti di innevamento estremamente performanti. Una garanzia per noi ma per tutto il sistema turistico”.

Il presidente dei maestri di sci Beppe Cuc
Il presidente dei maestri di sci Beppe Cuc

Anche se non è tutto oro ciò che luccica. E Cuc lo sa bene. “Abbiamo un problema fiscale, bisogna far capire che la nostra attività si svolge per quattro mesi l’anno al massimo. Il problema è che ci ritroviamo sempre in meno, soprattutto giovani, a farlo. Perché? Perché ci sono problemi di previdenza e previsione fiscale. Sono grossi problemi per la categoria, pur riconoscendo la nostra funzione fondamentale nelle stazioni. Quindi, bisogna trovare delle soluzioni”.

Non solo: “Abbiamo un problema nelle piccole stazioni. L’Ente pubblico vuole mantenerle in vita, noi creiamo 50/60 maestri l’anno che arrivano da Crévacol, da Rhêmes, Cogne. Solo che, poi vanno a fare la professione a Pila, a Courmayeur, a Cervinia. Non possiamo obbligare nessuno, ma abbiamo ragionato sulla multidisciplinarità. Una proposta che abbiamo elaborato in 5/6 anni e che presto presenteremo”.

Poi, un appello finale: “Ai nuovi maestri di sci dico: ora avete entusiasmo e voglia. Raggiungere un titolo è sempre un bel successo. Chiedo ci sia la voglia di indossare la nostra divisa che deve essere amata e rispettata. Da 50 anni siamo riconosciuti in tutta Italia per la nostra divisa, che ci identifica in modo incredibile”.

“E chiedo di essere attenti: ogni anno gli impianti a fune ci concedono degli skipass a prezzo ottimo. Se si va a sciare in borghese, ma con lo skipass da maestro di sci, ai tornelli possono pensare che sia stato rubato – chiude il presidente -. Abbiamo una funzione: quando hai la divisa sei di supporto anche alla platea degli sciatori. L’Avif ci concede questo benefit perché in una stazione possiamo e dobbiamo dare anche indicazioni alle persone. Dobbiamo essere onorati di portare la divisa. E indossarla anche se andiamo a sciare per i fatti nostri. Altrimenti, compriamo un giornaliero e andiamo in borghese”.

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