Il 25% delle polveri sottili Pm10 della Valle arriva dalla Pianura Padana

Dati che, spiega uno studio del fisico Henri Diémoz pubblicato da Atmospheric Chemistry and Physics su come l’inquinamento della Pianura influenzi la qualità dell’aria della nostra regione, crescono ancora se ci si sposta sull’aerosol presente nelle zone rurali.
Stazione misurazione qualità dell'aria Mont Emilius
Società

Quanto le emissioni provenienti dalla Pianura Padana influenzano la qualità dell’aria valdostana? La risposta, le stime sono riferite al 2017, è “più di quanto si pensi”.

A partire da alcuni risultati sulle misure 3-D in atmosfera ottenuti nell’ambito del progetto Air Espace Mont-Blanc, lo studio realizzato dal fisico Henri Diémoz in collaborazione con il Cnr, ha dimostrato la notevole influenza del trasporto di masse d’aria dalla Pianura Padana alla Valle d’Aosta.

Effetto che è stato quantificato e misurato, e che risulta essere pari ad un + 25% sulle concentrazioni di Pm10 nella città di Aosta – che appartengono alle cosiddette “polveri sottili” – e ancora maggiore sull’aerosol presente nelle zone rurali.

Per arrivare a questi risultati – si legge in una comunicazione dell’Arpa Valle d’Aosta – sono stati analizzati parecchi casi che si sono verificati nel corso degli anni e che sono stati prontamente registrati dalla strumentazione che Arpa possiede.

Un lavoro complesso e approfondito nato dalla cooperazione tra diverse aree operative di Arpa – dalla modellistica applicata alla qualità dell’aria alla meteorologia, la fotometria solare nonché le analisi di laboratorio sulle polveri – che hanno fornito contributi essenziali per la buona riuscita dello studio.

L’articolo di Henri Diémoz, pubblicato in inglese su Atmospheric Chemistry and Physics, nella sua seconda parte getta le basi per altre considerazioni sulla valutazione dei piani di mitigazione dell’inquinamento atmosferico, sugli effetti climatici dell’aerosol e sulle conseguenze per gli ecosistemi in alta quota.

Tutti temi di grande attualità in un momento storico dove la precarietà dell’ambiente in cui viviamo è quanto mai tangibile, spiega ancora Arpa.

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