Non accadeva dal 2019. Il superamento, il primo di quest’anno, è avvenuto giovedì scorso, 21 luglio, tra le 14 e le 21 a Donnas e Pont-Saint-Martin. Può causare asma, tosse, mal di gola e difficoltà respiratorie.
A dirlo è l'Arpa Valle d'Aosta, nel suo report sulla qualità dell'aria. I livelli degli inquinanti e delle polveri sottili sono rimasti tutti sotto i limiti normativi a parte l’ozono, per il quale si conferma il superamento dell’obiettivo a lungo termine come negli scorsi anni.
Nel suo report l'Arpa Valle d'Aosta spiega che la qualità dell’aria nel mese di scorso “è stata complessivamente buona". Le temperature miti e l’assenza di precipitazioni sono state compensate da diversi giorni nei quali il vento ha “ripulito” l’aria abbassando i valori di concentrazione degli inquinanti.
In questo mese - spiega Arpa VdA -, per otto giorni a Pont-Saint-Martin e uno ad Aosta è stato superato il limite giornaliero di Pm10 di 50 µg/m³. Dalla serata di ieri, 27 gennaio, il Föhn ha però iniziato a “ripulire” l’aria della regione, con una riduzione degli inquinanti.
Inizialmente dedicata alle Associazioni di tutela della Salute e dell’Ambiente, la campagna torna a rivolgersi ai cittadini, invitati ad utilizzare gli Airbeam 2 dal 15 novembre al 15 dicembre per “carpire” la qualità dell’aria che si respira ogni giorno.
Che aria respiriamo, com'è cambiata la situazione durante i periodi di chiusura e qual è l'impatto delle diverse sorgenti emissive che hanno un'influenza maggiore sull'aria che respiriamo. Queste sono le domande alle quali il nuovo studio condotto da Arpa Valle d'Aosta ha cercato una risposta.
L'anno pandemico - scrive l'Arpa - non ha visto scendere i livelli la polveri sottili, mentre NO2, benzo(a)pirene e metalli pesanti sono rimasti sempre sotto soglia. Diverso il discorso per l'ozono, il cui valore obiettivo è stato superato in tutti i siti di rilevamento.
Dopo l’iniziativa del settembre 2020, Arpa ripropone la campagna estendendola però a tutti i cittadini attraverso l’impiego degli "Airbeam", microsensori portatili di polveri fini che saranno utilizzati dai partecipanti per due settimane, dal 7 al 21 giugno.
Il Comune ha avviato, assieme ad Arpa, una campagna di misurazione della qualità dell’aria attraverso il laboratorio mobile. La zona è stata scelta per la sua lontananza dalle principali vie di traffico e dall'industria, ma anche per studiare le fonti emissive diffuse tipiche di un abitato suburbano.
L’Arpa ha infatti pubblicato il suo primo bilancio della Qualità dell’Aria di Aosta per il 2020. Complice la riduzione del traffico il biossido di azoto cala del 20% rispetto allo scorso anno. Diverso per il Pm10, che tra le sue fonti ha il riscaldamento domestico il cui uso è aumentato causa smart working e didattica a distanza.
Il dato emerge dal dossier “Mal’Aria" dell'Associazione ambientalista: su 98 città analizzate solo 15 ottengono la sufficienza, tra le quali il Capoluogo regionale. Legambiente però frena: "la ricerca si riferisce soltanto ad inquinanti ‘standard’". E si chiede che idee abbiano i candidati Sindaco per la Cogne.
Arpa si è chiesta come sarebbe cambiata la qualità dell'aria del Capoluogo senza il "blocco" delle attività dovuto all'emergenza. Le diminuzioni di valori primaverili incrociano il "lockdown": crolla l'NO2 - legato soprattutto al traffico veicolare -, minore l'impatto sulle polveri.
A scriverlo nel suo report è l'Arpa. Il biossido di azoto diminuisce del 39%, grazie alla riduzione del traffico veicolare dovuta alle limitazione degli spostamenti. Diverso per il Pm10 che resta stabile, e scende solo in prossimità della Cogne Accia Speciali.
Dati che, spiega uno studio del fisico Henri Diémoz pubblicato da Atmospheric Chemistry and Physics su come l’inquinamento della Pianura influenzi la qualità dell’aria della nostra regione, crescono ancora se ci si sposta sull’aerosol presente nelle zone rurali.
Resta stabile la qualità dell’aria di Aosta nel 2017, fatta eccezione per il benzo(a)pirene i cui valori continuano ad essere oltre soglia, mentre qualche novità, dovuta ad una cambio netto delle condizioni climatiche, si vede con l'anno nuovo.
A spiegarlo questa mattina l'Arpa: -53% di di ossidi di azoto, -99% di biossido di zolfo, -75% di monossido di carbonio. Calo invece quasi impercettibile, del 3%, della concentrazione di PM10.