La finale delle batailles è finita da un’ora, Cristiano Bochet ha spento le luci dello stadio e sugli spalti – prima pieni in ogni ordine di posto – sono rimaste solo le tracce di un pomeriggio ad alta tensione.
Si sente la gente cantare, ma sempre meno forte: la festa del mondo dei combats si sta trasferendo dalle stalle della Croix-Noire al vicino padiglione, il via vai dei camion degli allevatori che tornano a casa con le loro bovine sta terminando.
Scendendo nel cuore pulsante dell’arena con un po’ più di ritardo rispetto al solito ci si rende conto che sono pochi, quelli rimasti. Tra i pannelli di metallo che delimitano i box si scorge però un bosquet, e vicino un capannello di persone. Il bosquet è quello di Suisse, la reina di prima categoria capace di confermarsi a un anno di distanza dalla prima volta. Al centro del capannello di persone la camicia a quadri bianca e nera di Ymac Frassy, che serve da bere agli amici e a chi passa per un saluto.
L’attenzione, però, viene catturata da due persone che sono un po’ più defilate rispetto alla festa e che osservano da vicino Suisse. C’è una ragazza, e vicino a lei la sagoma inconfondibile di Gimmy Dujany. Il proprietario di Marmotta, l’ultima avversaria di Suisse in questa Regionale 2025.
Suisse pronta a spodestare Tiky

Nella penombra si scoprirà poi che la ragazza è Beatrice Dujany, nipote di Gimmy. E fidanzata di Yannick Frassy, il figlio di Ymac. Beatrice e Yannick hanno avuto Zoe, nipote di Ymac Frassy (come il nonno è nata il 2 settembre, ma cinquant’anni dopo) e al contempo pronipote di Gimmy. Il mondo è piccolo.
Beatrice è – se vogliamo azzardare un po’ – l’anello di congiunzione di questa finale. E’ felice per il bis di Suisse, al contempo non può provare quel po’ di amarezza per il secondo posto dello zio alla Regionale. Perché – diciamocelo – un secondo posto è un risultato eccelso, ma è frutto di una finale persa.
Beatrice Dujany chiacchiera con Gimmy, gli fa notare una piccola ferita che Suisse ha sul capo. “Questa non l’aveva, prima della finale con la nostra Marmotta”, gli sussurra.
Suisse, al netto del piccolo taglio in mezzo alle corna, è però l’emblema della fierezza. Come Ymac, sa che il risultato che ha appena conquistato non è un qualcosa di banale. Anzi.
“Sono contento, contentissimo, inutile girarci attorno. – ammette Frassy – Ho il telefono che squilla, messaggi da tanti amici, ma anche il tempo per pensare al risultato che ho conquistato grazie a Suisse”.
Ymac Frassy ha investito tanto – in termini di soldi, di tempo, di delusioni – nel mondo delle batailles. La sua reina preferita rimane probabilmente Tiky, ma Suisse però rischia di intaccare il primo posto che la sette volte reina di concorso (cinque a Valgrisenche, poi Morgex e Pré-Saint-Didier), ma anche finalista e due volte semifinalista alla Croix-Noire ha nel cuore del suo proprietario. Un anno fa, dopo il primo successo di Suisse, Ymac Frassy aveva esordito con un “Niente pane domani”, mettendo in allarme gli abitanti della zona del Grand Paradis che giornalmente si servono al suo forno di Arvier. Ma il pane non era mancato l’anno scorso, figurarsi quest’anno.
“Confermo, il pane è arrivato anche lunedì mattina. – scherza Ymac Frassy – La festa post Regionale è durata per un po’, ma a mezzanotte e mezza ero al lavoro, come sempre. La festa vera la faremo più avanti”.
Quel déjà-vu con Briganda

Senza voler mettere in cattiva luce nessuno, anche per Suisse vale lo stesso discorso di Falchetta: Regionale 2025 meno difficile di quella precedente. Il che non vuol dire che la regina che si è confermata abbia vinto facilmente o sia stata a livello inferiore rispetto al 2024. Più semplicemente, il percorso è stato meno complesso.
Poi si riprende in mano il carnet dei sorteggi e ci si accorge che Suisse ha debuttato ai sedicesimi di finale contro Briganda dell’azienda agricola Verney, regina a Aymavilles nel 2025 e nel 2023 e reina a Buthier di Gignod nel 2022 e nel 2024. Non vi basta? Terza l’anno scorso alla Regionale, sconfitta in semifinale proprio da Suisse. Sugli spalti c’era il timore che le due bovine – memori di quel match che metteva in palio un posto in finale contro Caprice di Livio Pervier – potessero riconoscersi ed evitare di sfidarsi nuovamente. Una sensazione che anche Ymac aveva, ma poi non è stato così.
“Lo ammetto, ero convinto che Briganda non avrebbe “impugnato” (attaccato) Suisse, memore della semifinale dell’anno scorso. Ha fatto una cosa strana per lei, l’ha attaccata dal lato, quasi volesse scombinare le carte di un confronto che un anno fa è quasi sempre stato frontale. E’ stato un incontro duro, vero, e va dato atto che Briganda si è confermata una grande regina. Peccato averla già persa all’inizio del concorso, sono convinto che poteva arrivare alla finale”.

Suisse è tornata a casa, nella sua stalla di La Salle. L’arena regionale è già un ricordo, la festa per la vittoria continua per certi versi in questi giorni successivi: interviste, fotografie, riprese televisive. Un tran-tran al quale Ymac Frassy si è abituato, per certi versi, anche se resta la “macchia” di un’esposizione mediatica inferiore alle attese: non è demerito di Suisse o di Frassy, ma il poker di Falchetta rimane “la notizia” di questa Regionale.
“E non poteva che essere così. Sono stato fortunato a incrociare Falchetta in campo qualche volta, l’ho osservata da vicino. – ammette Ymac Frassy – E’ una regina che si adatta a tutte le situazioni, non ha un solo sistema di combattere, sa usare quello che più fa male all’avversaria. E’ una reina di rara intelligenza, siamo fortunati a potercela vedere a questo livello”.

E Suisse, invece? “Suisse è con tutta probabilità la bovina meno problematica che ho avuto in tutti questi anni da allevatore. – continua Ymac Frassy – Alcuni animali non tollerano un pascolo piuttosto che un altro, lei dove la metti sta. Si alimenta sempre bene, ha tanto latte, è tranquilla e beata. Lo vuole sapere un aneddoto?”.
Certo che sì. “Ad agosto è stata vaccinata, è stata costretta a stare in stalla a Chamen di Valgrisenche per 28 giorni. Ha preso parecchio peso, sfiorava gli otto quintali e mezzo, troppi per arrivare in forma alla Regionale. Finito il periodo di inoculazione del vaccino l’ho messa fuori, nel prato, per farla muovere un po’. Nel bosco poco lontano c’erano le cerve, che quando sono in calore fanno uno strano verso: beh, Suisse le rispondeva, muggendo praticamente allo stesso modo. Peccato non aver avuto con me il cellulare quel giorno: c’era un po’ di nebbia, vedevo solo Suisse che rispondeva ai cervi nella nebbia. Sarebbe stato un video fantastico”.
La memoria però torna alla sera di domenica, agli attimi successivi la finale con Marmotta. Il giro d’onore di Suisse in un’arena che si va svuotando, la festa che esplode nelle stalle della Croix-Noire, le luci che si spengono sullo stadio e il silenzio surreale dell’impianto audio che fa spazio alla musica in filodiffusione. Nelle casse dell’arena risuona – d’improvviso – la canzone di Gianna Nannini “Bello e impossibile”. E’ del 1986, lo stesso anno in cui è stata inaugurata la Croix-Noire. Sembra una dedica a chi ha vinto, forse proprio per chi ha fatto il bis questa sera: un traguardo che è bello, e che sembrava impossibile. Sembrava, appunto.
