Il Caffè Nazionale ha chiuso i battenti, Aosta perde un pezzo di storia

Oggi, 3 febbraio, è scaduta la concessione tra i gestori ed il Comune di Aosta. Il Sindaco Centoz promette un bando in tempi stretti, il tentativo è quello di riaprire il locale caro a Rocco Schiavone in estate. La Lega attacca la desertificazione dei portici e la "rovinosa coppia Centoz-Marzi".
Il Caffè Nazionale in piazza Chanoux ad Aosta
Società

Un saluto – nella speranza che non sia definitivo –, che comunque ferisce. Sintomo dei tempi che cambiano e di una difficoltà sempre maggiore, nel privato e bel pubblico, a tenere insieme i pezzi.

Oggi, lunedì 3 febbraio, è infatti il primo giorno, di molti, che vedrà la porta dello storico Caffè Nazionale di piazza Chanoux – tornato alla ribalta dopo gli anni “rampanti” come locale dell’aficionado Rocco Schiavone nell’omonima serie tv –, chiusa a chiave fino a data da destinarsi.

Come deliberato a dicembre dalla Giunta di Aosta, oggi è infatti il “giorno x”, quello in cui è scaduta la concessione con il Comune di Aosta, proprietario dei locali sotto i portici, al quale ora il locale torna in mano, dopo l’importante serie di lavori chiusi nel 2018 con la realizzazione di diverse opere tra cui una nuova cucina, due sale interrate e la demolizione dei fabbricati addossati alle mura, dietro il palazzo comunale.

Ora, nei piani dell’Amministrazione, l’iter dovrebbe avviarsi in fretta con la pubblicazione di un avviso per raccogliere eventuali manifestazioni di interesse per la gestione del locale, cercando di stringere i tempi.

“Stiamo cercando di correre – spiega il Sindaco Fulvio Centoz –, con il dirigente siamo rimasti che vogliamo uscire con il bando in questi giorni con la procedura che seguirà poi il suo iter. L’obiettivo è quello di riaprire il Caffè Nazionale per l’estate. Se le manifestazioni di interesse arrivano già a febbraio si possono capire le indicazioni che dà il mercato e a marzo si può uscire col bando vero e proprio, che è già praticamente pronto”.

Una concessione “di valorizzazione”?

Il doppio binario per la futura gestione ha due vie, o una concessioneclassica”, da avviare a seguito di alcuni lavori di messa a norma dell’impianto elettrico, oppure una “di valorizzazione” a seguito della ristrutturazione – sotto l’egida della Soprintendenza – della saletta decagonale all’interno del locale, ultima testimonianza del convento dei Francescani Minori che sorgeva proprio su parte di piazza Chanoux.

La concessione “normale” avrebbe, naturalmente, tempi più brevi e costi più contenuti, e potrebbe vedere già in campo gli eventuali privati interessati allo storico locale: “La questione principale è la messa a norma dell’impianto – prosegue il Sindaco –, settore in cui un privato però può muoversi più agilmente rispetto al Comune che deve trovare le risorse, fare una variazione di bilancio anche solo per dei lavori da 20/25mila euro e stanziarli. L’idea è quella di trovare il concessionario e fare i lavori, se il mercato risponde positivamente”.

La Lega attacca la “desertificazione” dei portici

La Lega VdA, sulla questione, parte all’attacco con un duro comunicato nel quale scrive: “Dal 1990 il Caffè Nazionale non è mai stato affidato in gestione in seguito a procedura a evidenza pubblica, ma sempre e comunque con affidi diretti e proroghe. Appare allora perciò quantomeno singolare che l’attuale gestore abbia ‘rifiutato’, lui, un’ulteriore proroga di sei mesi della gestione, stante la manifesta incapacità o totale mancanza di volontà del Comune di agire secondo quanto previsto dalla legge e dal buon senso”.

Non solo, il Carroccio nostrano teme l’effettoghost town” proprio in pieno centro: “Il risultato? Dopo il Giacosa e il Bar du Théâtre, anche il Caffè Nazionale rimarrà a porte chiuse, contribuendo a desertificare i portici comunali e a impoverire le casse pubbliche. La spaventosa gestione del patrimonio comunale da parte della rovinosa coppia Centoz-Marzi si arricchisce così dell’ennesimo episodio di malamministrazione”.

Visione sulla quale il Sindaco non concorda e passa oltre: “Abbiamo cercato di evitare i contenziosi con i gestori – spiega –, mi pare una scelta di buon senso. Tutti i passaggi di questi anni sono stati fatti con i nostri legali perché c’era necessità di muoversi con cautela. Nel frattempo, abbiamo realizzato i lavori nella struttura e fatto gli accordi con proprietari per non chiudere il bar”.

Anche sulla coppia Giacosa/Café du Théâtre Centoz spiega: “Il bando dovrà ripartire. Sul Giacosa bisogna però fare un ragionamento: se vogliamo mantenere le strutture culturali non basta un bando che comprenda il teatro ed il bar assieme ma bisogna cercare di sovvenzionare in qualche maniera le attività culturali, se vogliamo che l’offerta resti in piedi”.

Il Caffè Nazionale in piazza Chanoux ad Aosta
Il Caffè Nazionale in piazza Chanoux ad Aosta

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