Il nutrizionista dello sport Perret sullo scandalo della ginnastica: “La comunità scientifica ne parla da tempo”

La bolla emersa a seguito delle dichiarazioni di ginnasti e ginnaste sui disturbi alimentari ha chiamato in causa il parere di chi in quel mondo ci lavora, sia come protagonista, sia dietro le quinte. A commentare per noi la vicenda è il valdostano Jean Paul Perret, dietista delle Nazionali di curling, bob e skeleton, che punta ai Giochi Olimpici Invernali di Cortina 2026.
Jean Paul Perret
Società

La bolla mediatica scoppiata a seguito delle dichiarazioni di ginnasti e ginnaste sui disturbi alimentari emersi in relazione alla loro carriera atletica ha chiamato in causa il parere di chi in quel mondo ci lavora, sia come protagonista, sia dietro le quinte. Dopo aver intervistato la campionessa valdostana di ginnastica artistica Alessia Praz, l’esperto in materia questa volta è un suo (quasi) coetaneo, che dello sport si occupa da un punto di vista professionale diverso. 

Jean Paul Perret, classe ’95 di Charvensod, si è avvicinato al mondo dello sport fin da bambino, specializzandosi, negli anni del Liceo Classico, nelle discipline del mezzofondo, per le quali ha partecipato a diversi Campionati Italiani di categoria. Ma il suo vero interesse per questo ambito si manifesta al momento della scelta dell’università, quando decide di iscriversi alla Laurea triennale in Dietistica all’Università degli Studi di Torino, conseguita con la votazione di 110 e lode.

Da lì, la sua formazione si specializza sempre di più, grazie alla certificazione di “Esperto in Nutrizione Sportiva” presso la Scuola di Nutrizione ed Integrazione nello Sport a Torino e alla Laurea Magistrale in Scienze dell’Alimentazione presso l’Università degli Studi di Firenze. Attualmente Jean Paul, oltre a svolgere attività nell’ambito della nutrizione clinica e sportiva tra Valle d’Aosta e Piemonte, è nutrizionista delle Squadre Nazionali di curling della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio e, a partire dalla stagione 2022-2023, anche delle Squadre Azzurre di bob e skeleton della Federazione Italiana Sport Invernali. 

Jean Paul Perret
Jean Paul Perret

Quello in cui lavora Jean Paul è un ambito che, secondo le sue parole, “ora va di moda rispetto a qualche tempo fa, se pensiamo che i nostri nonni dal dietista andavano solo se avevano una malattia metabolica come il diabete”. Una sensibilità che è determinata, da un lato, dalla crescente attenzione per la componente estetica del fisico e, dall’altro, dalla sedentarietà che caratterizza sempre di più il nostro stile di vita, causando non pochi problemi di sovrappeso e obesità anche nelle fasce più giovani della popolazione.

A questo crescente interesse per la propria forma fisica e salute alimentare spesso, però, non corrisponde un’adeguata informazione in materia, lasciando il campo aperto a falsi miti e diete self-made con effetti alla lunga nocivi. “È una professione che sta uscendo tanto adesso, ma su cui c’è pochissima cultura“, spiega Jean Paul. “C’è una buona fetta di popolazione che ha una scarsa conoscenza del cibo, scarse competenze in cucina e fa uso abbondante di prodotti pronti e, dall’altro lato, una parte di popolazione che ha troppe informazioni spesso non dimostrate scientificamente”. 

Jean Paul Perret
Jean Paul Perret

Uno dei miti da sfatare, ad esempio, è quello del carattere sempre e comunque salutare della cucina italiana in quanto basata sulla “dieta mediterranea“. “Noi abbiamo una radicata cultura del buon cibo che in altri paesi manca e questo si vede anche nella nutrizione sportiva. Abbiamo una cultura del cibo in termini di convivialità e di qualità, ma questo ci fa credere di mangiare bene solo perché ‘mangiamo italiano’ e di seguire una dieta mediterranea solo perché siamo sul Mediterraneo. In realtà, noi facciamo ampio uso di pasta e carne, mentre la dieta mediterranea si dovrebbe basare sul consumo di pesce, legumi e cereali in chicco“.

E ancora: “La carbonara un tempo era un piatto tipico delle feste, invece oggi ne facciamo un uso del tutto ordinario. Inoltre, la nostra tradizione culinaria è nata in un passato in cui prevaleva il lavoro fisico, che richiedeva piatti molto densi dal punto di vista calorico, mentre oggi abbiamo fabbisogni totalmente diversi“. 

Jean Paul Perret
Jean Paul Perret

La necessità di adattare le abitudini alimentari a ogni organismo umano è ancora più evidente nel mondo dello sport, in cui l’apporto calorico deve essere calibrato a seconda della disciplina praticata e del dispendio energetico richiesto.

Tutt’altro approccio è invece stato spesso seguito in passato da allenatori e preparatori di alcune discipline in particolare: “Si sa da tempo che la danza e la ginnastica sono ambienti in cui la presenza di disturbi dell’alimentazione è molto alta e in cui prevale la cultura della sottoalimentazione a fini estetici. D’altra parte, in alcuni sport di endurance come il ciclismo, la tendenza è ad una sottoalimentazione a fini di prestazione, per cui ‘più sei leggero, più vai veloce’. Ora è scoppiata una bolla mediatica riguardo al ginnastica ritmica e artistica, ma la comunità scientifica parla della presenza di disturbi alimentari e di sottoalimentazione nello sport già da decenni“. 

Ciò che manca, secondo Jean Paul Perret, è “la volontà di investire nella nutrizione in ambito sportivo, inserendo una figura professionale apposita nelle squadre e nel team preparativo degli atleti”. Proprio per attrarre collaborazioni con grandi società sportive è nata Noritura srl: “Lo scorso autunno il fondatore Giacomo Astrua mi ha contattato con l’intento di dar vita alla prima società, almeno in Italia, formata da dietisti per seguire dal punto di vista tecnico e scientifico sportivi di alto livello”.

Tra le principali collaborazioni spiccano quelle con i calciatori della Juventus Dušan Vlahović e Gleison Bremer, il campione olimpico della staffetta 4×100 metri ai Giochi di Tokyo 2020 Filippo Tortu, il calciatore venezuelano della Sampdoria Tomàs Rincòn, la campionessa nel lancio del disco alle Universiadi 2019 Daisy Osakue, la medaglia d’oro ai Giochi Europei 2019 di tiro con l’arco Tatiana Andreoli, la squadra di calcio di serie B della Spal e il Derthona Basket di serie A. 

Jean Paul Perret
Jean Paul Perret

Accanto all’obiettivo a breve termine di partecipare ai Giochi Olimpici Invernali di Cortina 2026 nello staff di una delle Federazioni che attualmente segue — una partita che il giovane valdostano ha tutte le carte in regola per giocare, vista anche la sua ammissione al selettivo Diploma in Sports Nutritions erogato dal Comitato Olimpico Internazionale — l’altro sogno nel cassetto di Jean Paul è quello di accedere ad un Dottorato di Ricerca, consapevole che sulla nutrizione in ambito sportivo c’è ancora tanto da dire.

Ad esempio, una frontiera aperta nella giovane scienza della dietistica, ma trasversale a tutti i campi del sapere, è quella delle differenze di genere: “Non solo si sottovalutano i disturbi alimentari degli uomini, che tendono ad esporsi di meno in proposito, ma un grosso problema è dovuto al fatto che tutti gli studi scientifici sono basati sull’uomo, poiché risultano più semplici per l’assenza di oscillazioni ormonali dovuti al ciclo mestruale. Fino ad adesso si sono estese le indicazioni valide per gli atleti maschili anche alle donne, ma in futuro le cose potrebbero, e dovrebbero, cambiare”. 

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