Alessia Praz: “Le offese e i soprusi non fanno diventare campioni”

Alla luce delle recenti polemiche riguardo l’ambiente della ginnastica, sia ritmica che artistica, la campionessa nazionale di ginnastica artistica ed ex atleta valdostana Alessia Praz racconta la sua esperienza e le sue idee riguardo la sua più grande passione.
Alessia Praz trave ginnastica artistica
Società

La ginnastica artistica è una di quelle discipline che va al di là dell’idea di sport. La costanza, l’impegno, la passione e il sacrificio che i ginnasti devono dimostrare e mettere in pratica ogni giorno sono evidenti e ben riconosciute anche da chi non ha mai messo piede su una pedana. Spesso praticato da ragazze e ragazzi e bambine e bambini molto giovani, la ginnastica richiede un allenamento costante e continuativo per permettere agli atleti di migliorare. A causa di queste caratteristiche, la ginnastica artistica, più di molte altre discipline, richiede agli atleti una completa abnegazione, soprattutto se la si pratica ad alto livello.

Le caratteristiche di questo sport fanno sì che si crei un forte legame tra tecnici e giovani atleti pronti a dedicarsi completamente alla disciplina, costi quel che costi. Proprio a causa di queste specificità e dinamiche, si tratta di un mondo molto difficile da interpretare e da leggere, a meno di non avere un punto di vista interno. A fronte delle recenti polemiche riguardo gli abusi e l’ambiente tossico a cui troppo sovente giovanissime ginnaste e ginnasti sono sottoposti, noi di Aostasera abbiamo voluto approfondire l’argomento parlando con l’ex ginnasta valdostana Alessia Praz.

Alessia Praz ginnastica artistica
Alessia Praz ginnastica artistica

Dopo una vita dedicata a questo sport come atleta e campionessa a livello nazionale, oggi Alessia fa l’allenatrice e lavora con le bambine in palestra tutti i giorni. Nonostante le polemiche e le esperienze personali, Alessia è ancora fermamente innamorata della ginnastica artistica e, anche grazie al suo sguardo a 360° sull’ambiente è in grado di mettere a fuoco con precisione le problematiche e, soprattutto, di lavorare per migliorare le cose. Ma per capire meglio la storia di questa donna determinata e forte, è importante partire dall’inizio.

La carriera di Alessia Praz 

Alessia Praz gara
Alessia Praz gara

 “Ho iniziato ad allenarmi in palestra prestissimo, a 3 anni. Quando ero piccola mia sorella faceva ginnastica artistica e io andavo spesso a prenderla con i miei genitori ed ero già innamorata della palestra: correvo e mi arrampicavo dappertutto e così hanno proposto a mia mamma di iscrivermi”. Insomma per Alessia Praz è stato amore a prima vista che si è subito trasformato in qualcosa di più serio quando, a soli 6 anni entra in preagonistica. Di lì a poco, però la giovane atleta dimostra un talento e una potenzialità fuori dal comune e viene incoraggiata a trasferirsi a Biella per continuare a migliorare nella disciplina.

“Così, insieme a mia mamma a 9 anni mi sono traferita a Biella. Questo significava abbandonare la mia casa e i miei amici per andare ad allenarmi 8 ore al giorno e poi dalle 5 alle 8 andare a scuola. Questa scelta però dà i suoi frutti e nel 2008 sono arrivata terza in Italia al campionato di categoria. A questo punto però avevo superato, per esigenze tecniche e di allenamento anche le possibilità della palestra di Biella e, a 12 anni, ho dovuto fare una scelta ancora più difficile della prima: potevo trasferirmi a Milano da sola per fare un salto di qualità oppure regredire completamente e tornare in Valle d’Aosta.

“Sono state la mia testardaggine e la mia determinazione a farmi dire subito di sì. A Milano continuo ad allenarmi con gli stessi ritmi di prima e vengo convocata per un collegiale europeo entrando così nell’alto livello. Poi ho cominciato il mio primo campionato di serie A1, il primo di sei anni in serie A. Ho vinto tre scudetti ho partecipato a due campionati italiani assoluti che mi sono valsi la convocazione in nazionale. Ho vinto il campionato italiano di categoria e per altri due anni mi sono classificata al 2° posto.

Dopo anni di sacrifici e allenamenti in cui ho avuto anche diverse difficoltà e in cui ho sofferto per la mia carriera, a 19 anni ho dovuto mollare. Il mio fisico era arrivato allo stremo a causa di diversi infortuni e, per quanto volessi continuare a dare il 100% fino alla fine, ho dovuto lasciare. Ma la passione e l’amore per la mia ginnastica artistica non sono mai finiti, e così ho deciso di diventare allenatrice. Mi sono formata, ho seguito i corsi di abilitazione e adesso lavoro con le bambine in palestra”.

Alessia Praz ginnastica artistica allenamento
Alessia Praz ginnastica artistica allenamento

Insomma la ginnastica artistica è il mondo di Alessia. Un universo in cui è letteralmente cresciuta e in cui ha vissuto tutti i suoi anni più formativi. Questo percorso la porta oggi ad avere la lucidità, le risorse e le conoscenze per avere uno sguardo obiettivo e critico nei confronti dell’ambiente. In particolare, in seguito alle recenti testimonianze emerse nelle ultime settimane su diverse testate nazionali, Alessia non è rimasta in silenzio.

 

Sacrifici e speranze per il futuro

Alessia Praz ginnastica artisitca trave
Alessia Praz ginnastica artistica trave

“La ginnastica è sacrificio, è migliaia di ore di allenamento, è saltare una festa di compleanno, è non potersi godere le festività perché magari si è in ritiro, è andare a letto presto, sempre. Ma la ginnastica non è i soprusi, le manate, l’atteggiamento distruttivo che purtroppo esiste in questo ambiente. Questi sono gesti inutili che, invece di motivare, ti rendono tutto più difficile”, racconta Alessia, visibilmente emozionata dalla conversazione. “Quello che mi turba davvero più di ogni altra cosa è vedere bambini o giovani ragazzi sottoposti a questo tipo di soprusi. Io, come sapete, amo questa disciplina e la amo sin dal primo giorno in cui mia mamma mi ha portato all’interno di una palestra… da atleta e da amante della ginnastica non riesco a tollerare questi comportamenti”.

Ma l’indignazione non basta quando sai di poter fare la differenza e Alessia sa benissimo come muoversi per fare quello che più le preme in questo momento: supportare tutte le atlete, bambine e ragazze che come lei amano la ginnastica artistica e vogliono viverla in un ambiente sano e sportivo. “Insieme ad altre 40 ragazze (ginnaste ed ex ginnaste) abbiamo creato il gruppo Gymnast Alliance ITA, per contrastare l’idea che questi abusi siano inevitabili e normali. Siamo ancora tutte innamorate della ginnastica e vogliamo lottare per far uscire tutto quello che c’è di buono del nostro sport. Perché io da allenatrice mi rendo conto che la maniera più produttiva per ottenere risultati in palestra è venire incontro alle ragazze, affrontare le difficolta insieme spronarle a superare i loro limiti con empatia. E così ottengo il triplo dei risultati”.

Ma non è tutto: Alessia oltre al cuore ha deciso di metterci anche la faccia. “Negli ultimi mesi sto facendo il Praz Gym Tour. Giro per l’Italia tenendo degli stage formativi per ginnaste e tecnici in 11 tappe. Faccio un allenamento e poi, alla fine, ci tengo a dedicare almeno una mezz’ora alle bambine per parlare con loro e dare loro dei consigli su come gestire la paura, le difficoltà e come affrontare i sacrifici di questo sport. Ma poi parlo anche con i tecnici. Parliamo di come motivare, gestire e aiutare le ragazze in modo sano” racconta Alessia.

“Ricordatevi che offendere una ragazza, picchiarla, minacciarla non la farà diventare una campionessa! Servirà solo a renderla più fragile e insicura, ucciderà la sua autostima e la passione che porta in grembo. Nella migliore delle ipotesi, chi subisce questi soprusi, rimane traumatizzato, turbato e non avrà la giusta serenità e il giusto equilibrio che lo potranno veramente portare a diventare un campione”. Alessia parla della situazione con un approccio quasi pedagogico, insistendo su un unico punto che fa da fil rouge a tutto il suo racconto: il sacrificio in questo sport è necessario, ma la priorità deve essere quella di proteggere e garantire la salute fisica e mentale delle ginnaste perché i valori e la bellezza della ginnastica artistica continuino a toccare ed appassionare nuove generazioni di bambine, senza più metterle in pericolo.

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