Il progetto sperimentale “Bambini in Valle” salva la scuola dell’infanzia di Perloz

24 Settembre 2021

“L’obiettivo è quello che i bambini, in quanto abitanti di Perloz, possano frequentare nella loro comunità l’asilo e successivamente, si spera, anche le elementari” spiega la sindaca Ivana Chanoux. È un desiderio fondato, dato che quest’anno sembrava che la scuola dell’infanzia del paese non avrebbe aperto. La probabile chiusura era già stata prospettata alla fine dello scorso anno scolastico e così è rimasto a settembre. “Quando sono stati riassegnati i plessi, è stato confermato che quello di Perloz non sarebbe stato più attivo perché i numeri di iscritti erano troppo bassi prosegue Chanoux -. Questo problema non si era mai riscontrato prima d’ora perché il numero dei bambini era sufficiente per tenere la sezione aperta”.

La scuola regionale di Perloz è compresa nel corpo unico che accoglie anche la scuola primaria e la sede del Comune. Struttura che dieci anni fa era stata ingrandita e abbellita

Quest’anno gli iscritti alla scuola materna non hanno raggiunto il numero minimo di 8: sono 6 in totale. Sono intervenuti per primi i genitori, che hanno interpellato l’amministrazione comunale, fatto notare il problema e predisposto una petizione online che ha ottenuto 1000 firme. “È un argomento che è stato seguito da molti, l’iniziativa è stata accolta” riconosce la sindaca. 

Da questi movimenti, le Istituzioni scolastiche hanno deciso di accorpare il servizio dell’infanzia del Comune di Perloz con quello di Pont-Saint-Martin, che gode di una maggiore densità di popolazione; è in questo modo che si è dato forma al progetto “Bambini in Valle”, gestito dalla cooperativa “Montessori in Valle”, che ha durata di un anno.

La cooperativa intende promuovere un approccio educativo diverso, in  questo caso valorizzando la relazione con la comunità locale e con la natura che è invece precluso alle scuole di città. Si intende, ad esempio, organizzare escursioni e visite al territorio per insegnare ai bambini qualcosa che altrove bisognerebbe mostrare attraverso video o riproduzioni in laboratorio. 

Il metodo Montessori si basa sulla volontà di porre il bambino al centro. A partire da questo caposaldo non ci sarà un unico adulto di riferimento, ma i bambini saranno affidati a un’intera équipe composta da soci (che per ora sono 5) e professionisti esperti in arti. La maggior parte del tempo sarà affidato a un adulto particolare e a una maestra Montessori esperta in bambini dai 3 ai 6 anni, mentre del coordinamento si occuperà un’esperta nel modello educativo montessoriano. Inoltre, si farà particolare attenzione ad attuare una precisa routine per i piccoli, stabilendo giornate ben specifiche e possibilmente sempre uguali.

“Siamo partiti con questo servizio sperimentale per vedere se può funzionare, intanto la speranza è sempre quella che si possa raggiungere questo numero minimo di iscritti che ci consenta di riuscire a tenere i bambini nel loro paese almeno nei primi anni anni del loro percorso formativo, visto che poi il passo successivo è quello di spostarsi per raggiungere le scuole medie – conclude la sindaca -. Questo è quello a cui noi teniamo.” 

Interno della scuola dellinfanzia di Perloz
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