Si incrociano storie diverse, alla vigilia della Regionale. Nel sabato consacrato alle manifestazioni collaterali della finale delle batailles – i concorsi del Premier e del Deuxième Veau, il debutto del combat delle Communautés de Montagne – si accavallano sensazioni ed emozioni.
Quelle di Angelo Martignon, che aveva vinto la Regionale del primo peso con Bataille nel 2022 e che oggi ha ritrovato quella regina che sembrava aver smarrito da tempo. Quelle di Nello e Giuseppe Girod, che sostanzialmente chiudono in anticipo il 2025 e già pensano al 2026: la loro Palmyre è infatti la prima qualificata per la finale regionale dell’anno prossimo.
Deuxième Veau, il concorso più ambito

Il concorso del Deuxième Veau era obiettivamente quello più importante di questa vigilia della finale regionale. In settimana la decisione del Comité di promuovere la reina di questo torneo direttamente alla finale regionale dell’anno prossimo aveva “alzato la posta”, e non poteva essere altrimenti.
Ha vinto Palmyre di Nello Girod di Fontainemore, accompagnata in campo dal figlio Giuseppe. Finale fin troppo rapida contro Baionne di Michele Bionaz, che pure aveva dovuto combattere una volta di meno rispetto alla bovina della Valle del Lys: un rapido tocco di corna al centro dell’arena ha convinto la protetta di Patrick Bionaz a scegliere la fuga, lasciando bosquet e qualificazione a Palmyre.
I Girod per qualche istante sono tornati alla finale regionale del 2021: la loro Energie aveva portato per la prima volta il bosquet (di prima categoria) a Fontainemore, la festa sul prato dell’arena e nelle stalle era stata decisamente fuori dai canoni. Palmyre non è Energie, e nessuno vuole nemmeno fare credere il contrario. Però l’anno prossimo tornerà qui, e qualche numero ce l’ha.
In semifinale si erano fermate la bella Alouette di François Ansermin e Simona Porliod, sconfitta dalla futura regina, e Brunie di Ezio Yeuilla. Al turno precedente out Maradona dei fratelli Ronc, Seundze di Michael Cuaz, Farouk di Giulio Lazier e soprattutto Baronne di Claudio Berthod, forse una delle bovine più interessanti del pomeriggio. Agli ottavi contro Bobà dei fratelli Yeuilla, la povera Baronne per tre volte ha abbandonato le corna dell’avversaria, tornando però prontamente a riprendere la sfida e vincendola al quarto tentativo. Stesso mood anche ai quarti con Brunie di Ezio Yeuilla, con finale diverso: dopo il secondo rientro Baronne ha lasciato la contesa, ormai senza più energie.
Il Mont Emilius sbaraglia la concorrenza

Chi si vede, una vecchia reina regionale. Ancora oggi Bataille di Angelo Martignon ha i tratti distintivi di sua madre Belonne: aggressività, potenza, eleganza. Aggiungeteci 804 chili – di gran lunga la più pesante di giornata – e capirete perché ha vinto (anzi, dominato) il primo concorso riservato alle Communautés de Montagne.
Di fatto, un combat a squadre di zona, con l’Emilius che con 8 rappresentanti sulle 22 totali ha sbaragliato il campo sin dal mattino. E poi aveva Bataille, che alla Croix-Noire aveva vinto alla Regionale di primo peso nel 2022 e nel 2020 nel concorso Deuxième Veau. Il vecchio adagio che prevede un terzo successo dopo i primi due era sin troppo facile da concretizzare per Bataille, di gran lunga la più forte di giornata. Al primo combat Mourina de La Tour d’Aillan se ne è andata senza nemmeno un contatto: è bastato uno sguardo. Molto brevi anche la semifinale contro Cherokee di Ivan Héresaz e la finale con Jacoby di Fanny Pomat, che l’anno scorso si era qualificata alla Regionale all’ultima eliminatoria di Pontey e ha dimostrato di avere ancora i numeri per entrare alla finalissima.
Ma Bataille è di un’altra categoria, e Angelo Martignon lo sa. Nel 2026, da qualche parte, spunterà fuori il suo nome e qualcuno dovrà fare i conti con lei.
Jacoby aveva battuto in un’altra semifinale veramente breve Miracle dell’azienda Verney: quinte Mignonne e Merlitta di David Bagnod, Leon di Angelo Martignon e Strega di Alex Jeantet.
Torna a sorridere Aurelio Crétier

E poi c’era il concorso del Premier Veau, dove si scoprivano i nuovi talenti delle reines valdostane. Alla pesa del mattino in due avevano raccolto l’attenzione dei suiveurs, Pinson de La Bouetta e Ardia di Aurelio Crétier. Le due arrivavano in finale, per il compiacimento di chi le reines le battezza ancora prima di vederle in campo.
Ha vinto Ardia, dopo essere stata più volte sul punto di lasciare la contesa con Pinson. E dire che, questa estate, Ardia era finita in una vasca nel suo pascolo di Saint-Christophe: tirata fuori con non poca fatica, poteva rischiare di farsi del male e invece dopo neanche due mesi conquista un bosquet alla Croix-Noire. Non sarà la Regionale, ma le foto di rito scattate nell’arena inaugurata nel 1986 hanno sempre un valore enorme nel contesto dei combats.
In semifinale erano uscite Mystère di Ivan Héresaz – cappello rosso Ferrari in testa, tensione alle stelle: la sua Regionale di domani è già tutta un programma – e Lisetta di Remo e Gilles Dalbard. Quinte Mignonne di Colosimo-Betral, Merlette di Fabio Lombardo, Mourina di Livio Charles e Macumba di Raymond Millesi.
Domani la finale regionale
Ed è tutto dalla Croix-Noire, almeno per oggi. Domani sarà un’altra storia. Dalle 8 alle 10 la pesatura delle 140 attese protagoniste, primo scoglio importante di una giornata che andrà a definirsi poco dopo, con i sorteggi di un tabellone che si preannuncia equilibrato in tutte e tre le categorie. Primi combats dalle 11 alle 12.30, poi si riprenderà alle 13.30 dopo una breve pausa per il pranzo.
Le favorite sono tante, ma i bosquet sono soltanto tre: chi li ha vinto l’anno scorso – Suisse di Ymac Frassy, Tiky di Italo Arlian, Falchetta di Renzo Rosset – li difenderanno con le unghie e con i denti.
