Il lavoro è un diritto, non un genere. È questo lo slogan scelto dal Savt – il Syndicat autonome valdôtain des travailleurs – per lanciare la sua nuova campagna contro le discriminazioni di genere sul lavoro.
Campagna che parte da lontano, da un lavoro di fotografia partecipativa realizzato all’interno del sindacato stesso e che, attraverso una rielaborazione grafica, ha portato alla scelta di tre manifesti, votati dagli aderenti al Savt tra tutti i progetti proposti, uno dei quali sarà la tessera 2026 che verrà consegnata a tutti gli associati.
“Questa campagna è nata per sensibilizzare sul tema delle pari opportunità – ha spiegato il segretario generale Savt Claudio Albertinelli –. Negli anni è stato fatto un percorso nelle scuole, lo scorso anno con Aiace. Quest’anno, abbiamo deciso di farla nascere dall’interno per tradurre l’enorme lavoro fatto durante i laboratori di fotografia partecipata. E la tessera è stata scelta, votando, da chi lavora nel Savt”.
“Siamo molto contenti – ha aggiunto –. La tessera che sarà consegnata agli associati trasmette un messaggio di parità, per dire ‘basta’ alla diseguaglianza tra uomini e donne”.

A raccontare la genesi del progetto è stata, invece, Margherita Dametti, fotografa freelance: “Oggi presentiamo un lavoro che crediamo abbia un valore importante, non solo per il tema che affronta ma anche per il modo in cui siamo arrivati al risultato finale. Questa campagna nasce da un laboratorio di fotografia partecipativa che ha coinvolto i lavoratori del Savt. È un metodo che utilizza le immagini come strumento di esplorazione, partecipazione e dialogo e non con l’obiettivo di scattare una ‘bella foto’ ma per esprimere i propri pensieri”.
“Siamo partiti da stereotipi e pregiudizi, questo ha permesso al gruppo di sviluppare uno sguardo più consapevole sulla rappresentazione del mondo e sul modo di guardare l’altro – ha detto ancora –. L’idea iniziale era quella di utilizzare le foto scattate dai partecipanti, ma in fase creativa è emersa la possibilità di usare un linguaggio più simbolico, ritenuto più efficace. Questa campagna non è progettata dall’alto ma costruita dall’interno, da chi vive il mondo del lavoro e si impegna per renderlo più equo e più giusto. Perché le discriminazioni non sono un destino ineluttabile ma il frutto di scelte individuali e culturali che possono cambiare”.
“Tutti hanno il diritto di scegliere il lavoro che vogliono fare indipendentemente dal genere. Ma c’è ancora molto lavoro da fare – ha aggiunto Sonia Chabod, referente Savt per le pari opportunità –. Vogliamo che il lavoro diventi spazio di libertà in tutto il mondo, per il progresso della società. Siamo molto soddisfatti di questa campagna e del fatto che dal lavoro di gruppo siano emerse una serie di idee che ci permettono di andare avanti con altre campagne di sensibilizzazione future, per dare un contributo per migliorare la situazione”.

