Immigrazione: in Valle d’Aosta tornano ad aumentare i cittadini stranieri

La comunità rumena è ancora la più numerosa con 2.450 residenti pari al 29,8% degli stranieri. Seguono Marocco, Albania e Cina. Problematica la situazione dell'inserimento lavorativo: il tasso di disoccupazione delle persone straniere è pari al 17,1% contro il 6,2% dei cosiddetti autoctoni.
Società

Nel 2018 si interrompe, quasi in modo inaspettato, la costante decrescita della popolazione straniera in Valle d’Aosta che registra un aumento del 2,2 per cento passando da 8.117 residenti a 8.294.

La Valle d’Aosta, a dispetto delle rappresentazioni falsate di chi, per motivi di consenso politico,  dipinge una regione invasa o in balia delle persone straniere, ha un’incidenza regionale molto al di sotto di quella delle altre regioni: solo il 6,6% della popolazione totale è straniero (contro l’8,7 per cento su base nazionale e l’11 per cento del Nord Ovest). Su 100 cittadini valdostani, neanche 7 sono stranieri ovvero provengono da un paese che non è l’Italia.

I dati sono contenuti nel Dossier Statistico Immigrazione 2019 che tutti gli anni viene redatto dal Centro Studi e Ricerche Idos, con il contributo di Willian Bonapace e che è stato presentato nei giorni scorsi anche ad Aosta. L’aumento che si registra nel 2018 è dovuto per lo più alla crescita della popolazione di origine asiatica e di quella proveniente dai paesi dell’Unione Europea.

La comunità rumena, nonostante il calo dell’1,5%, è ancora la più numerosa con 2.475 persone residenti in Valle, il 29,8% degli stranieri totali. Seguono il Marocco (1.550 residenti), l’Albania (735), la Cina (314) e la Tunisia (265). Tanti gli stranieri che provengono dal continente Europeo (4628) di cui proprio 3246 (il 39,1%) sono cittadini dell’UE.

Le donne sono ancora più numerose degli uomini (il 55,6%) e provengono per lo più da Russia, Ucraina, Romania, Filippine e America latina. Fanno più figli delle donne italiane residenti in Valle: il tasso di natalità delle donne straniere è più del doppio: 15,1 contro i 7,2 del 2018.

Più problematica la questione lavoro: il tasso di occupazione degli stranieri è molto più basso dei residenti: il 59,9% contro il 68,5%, segno che il mercato del lavoro fa ancora fatica ad assorbire i lavoratori stranieri. La difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro è confermata dall’alto tasso di disoccupazione: il 17,1% contro il 6,2% dei cosiddetti autoctoni. Gli occupati provenienti da paesi terzi infine sono occupati con più frequenza in mansioni a bassa qualifica., di minor prestigio e retribuzione.

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