La Valle d’Aosta è la settima regione d’Italia per testamenti biologici depositati

A comunicarlo è l'Associazione Luca Coscioni. Anche a livello comunale, Aosta si distingue positivamente, con 1 “DAT” ogni 108 abitanti, collocandosi tra le prime dieci città italiane per proporzione, rispetto alla popolazione.
testamento biologico
Società

Sul testamento biologico, la Valle d’Aosta si posiziona tra le prime regioni italiane per numero di Disposizioni Anticipate di Trattamento depositate, con 1 “DAT” ogni 152 maggiorenni, superando la media nazionale.

Anche a livello comunale, Aosta si distingue positivamente, con 1 “DAT” ogni 108 abitanti, collocandosi tra le prime dieci città italiane per proporzione, rispetto alla popolazione.

A fornire i dati, “in mancanza della Relazione del Ministero della Salute, che ai sensi della legge 219/2017 doveva essere pubblicata il 30 aprile”, è l’Associazione Luca Coscioni, che ha promosso un accesso agli atti generalizzato ai Comuni italiani per chiedere quante Disposizioni Anticipate di Trattamento siano state ricevute dall’entrata in vigore della legge a oggi, e quante di queste siano state trasferite alla Banca dati nazionale.

L’iniziativa, che segue una precedente indagine condotta nel 2022, è tuttora in corso e vuole fornire aggiornamenti sull’applicazione della legge sul testamento biologico nel corso del 2023.

questo link si offre una dashboard che consente di recuperare i dati in tempo reale per Regione, Provincia e Comune.

I dati in pillole

Complessivamente, in Italia, i Comuni che hanno risposto ad almeno una delle due indagini sono stati 6.097, ossia il 77,2 per cento del totale del Paese, con 4.533 enti che hanno fornito, come richiesto, un aggiornamento sui dati al 31 dicembre 2023.

Più in generale, sono 230.940 le “DAT” che risultano depositate. Ciò significa, unaDATogni 191 maggiorenni. A queste vanno aggiunte quelle dei Comuni che non hanno risposto e quelle depositate a notai, strutture sanitarie e uffici consolari, a cui non è stato possibile, per l’Associazione, avere accesso.

Il 90,4 per cento di queste sono state correttamente inserite all’interno della Banca Dati Nazionale, mentre il 9,6 doveva essere ancora inserita nel momento in cui i Comuni (5.845) hanno fornito il dato. Varese (una DAT ogni 86 abitanti) e Pesaro (1 ogni 99) i capoluoghi di provincia con più “DAT” in proporzione alla popolazione maggiorenne residente. Nei 4.533 comuni che hanno fornito l’aggiornamento al 31 dicembre 2023 si riscontra un aumento del 52,5 per cento delle “DAT” depositate rispetto all’anno precedente.

“Anche sul testamento biologico siamo costretti a sostituirci allo Stato nel fornire informazioni e servizi alla persona a causa dell’inazione delle istituzioni – spiegano Filomena Gallo e Marco Cappato, segretario nazionale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni –. È ciò che accade sul tema dell’aiuto medico alla morte volontaria, rispetto al quale, nell’inerzia del Parlamento, sarà la Corte costituzionale a dover intervenire nei prossimi giorni per chiarire i confini del diritto esistenti, e siamo noi dell’Associazione Luca Coscioni a dover aiutare le persone che chiedono di interrompere una condizione di vera e propria tortura”.

“Positivo l’aumento del 52 per cento delle nuoveDATdepositate nel 2023 rispetto al 2022 – aggiungono –. Un dato che si deve a chi continua a fare iniziativa politica e informazione a livello locale su questo strumento. Ma, a livello istituzionale non è mai stata condotta alcuna campagna informativa sul tema e anche in questo caso, come già accade in tema di morte volontaria medicalmente assistita, tocca a un’associazione sostituirsi allo Stato nel garantire alla popolazione diritti civili fondamentali. Particolarmente gravi i dati che abbiamo ottenuto circa il mancato inserimento delle ‘DAT’ nella Banca dati nazionale. A una persona su 10 tra quelle che hanno depositato le ‘DAT’, senza questo inserimento non è garantito il rapido rispetto delle proprie volontà. Un malfunzionamento dovuto alla mancata formazione del personale da parte dei Ministeri competenti”.

L’indagine

Nel dettaglio, a livello nazionale risulta unaDATdepositata ogni 191 abitanti maggiorenni. La top 10 delle Regioni con più “DAT” depositate in relazione agli abitanti maggiorenni è questa:

  • Abruzzo, 1 ogni 134 abitanti;
  • Marche, 1 ogni 143;
  • Piemonte, 1 ogni 143;
  • Trentino-Alto Adige, 1 ogni 143;
  • Emilia-Romagna, 1 ogni 143;
  • Liguria, 1 ogni 149;
  • Valle d’Aosta, 1 ogni 152;
  • Friuli Venezia-Giulia, 1 ogni 171;
  • Toscana, 1 ogni 174;
  • Lombardia, 1 ogni 175.

Seguono Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Piemonte e Marche (1 ogni 143) e Abruzzo (1 ogni 134 abitanti).

La top 10 delle città con più “DAT” depositate in relazione alla popolazione maggiorenne vede al primo posto Cremona (1 ogni 109 abitanti), Belluno (1 ogni 108 abitanti), Aosta (1 ogni 108), Modena (1 ogni 107),

  • Varese, 1 ogni 86 abitanti
  • Pesaro, 1 ogni 98 abitanti
  • Vicenza, 1 ogni 101 abitanti
  • Cuneo, 1 ogni 101 abitanti
  • Imperia, 1 ogni 104 abitanti
  • Cesena, 1 ogni 106 abitanti
  • Modena, 1 ogni 107 abitanti
  • Aosta, 1 ogni 108 abitanti
  • Belluno, 1 ogni 108 abitanti
  • Cremona, 1 ogni 109 abitanti

Una risposta

  1. L’articolo dovrebbe approfondire la questione a livello regionale, perché in Italia la tendenza è quella per cui il ricorso alla DAT viene scelto prevalentemente dai testimoni di Geova che hanno, a torto o a ragione non sta a noi dirlo, l’opportunità di affermare che non vogliono le trasfusioni di sangue…

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