Sopravvissute, non vittime. Donne in grado di reagire e uscire dal circolo della violenza grazie agli aiuti di persone competenti. Oggi, giovedì 25 novembre, ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Nel 2021, il Centro Donne contro la Violenza di Aosta ha registrato 51 nuovi accessi. Un anno fa se ne contavano 55 per poi arrivare a 63 al termine del 2020.
“Sono in maggioranza italiane” dichiara Anna Ventriglia, Presidente del Centro antiviolenza, segnalando tra l’altro un aumento degli accessi da parte delle più giovani. “L’età media si sta abbassando. Lo scorso anno era 47 anni, mentre quest’anno siamo intorno ai 42”. Numeri praticamente invariati rispetto al picco registrato nel 2020 che ha contato un aumento del 100%. Vero è che “certe situazioni sono esplose durante la convivenza forzata” dovuta all’emergenza sanitaria, ma attenzione “la Pandemia è una concausa. La violenza è un fenomeno strutturale e culturale” specifica Anna Ventriglia. L’aumento è da ricondurre a vari fattori: “modalità di accoglienza, servizi diversi, presenza più incisiva sul territorio e maggiore informazione”.
Stalking, violenza fisica, psicologica ed economica. Quest’ultima, spesso sottovalutata, esiste ed è sempre più diffusa. “Accade quando una donna si ritrova in condizione di completa sudditanza nei confronti dell’uomo” che detiene la gestione del patrimonio familiare. Ne sono vittima donne occupate e non. Sono molti i volti della violenza perpetrata dall’uomo, estraneo ma ancor più spesso partner della donna. In Valle d’Aosta, nella maggior parte dei casi, si parla di violenza domestica ‘consumata in famiglia’.
Quando una donna arriva in Via Torino 18 al Centro antiviolenza, viene accolta dalle operatrici volontarie che ascoltano la sua storia. Oltre all’ascolto e all’accoglienza si cerca di creare una relazione tra donne costruendo un percorso personalizzato per la fuoriuscita dalla situazione di violenza. Il Centro Donne contro la Violenza mette a disposizione volontarie specializzate in vari settori: consulenza psicologica, legale e orientamento al lavoro.
“Non uno di più (perché la violenza sulle donne è un problema degli uomini)”. La campagna comunicativa 2021 non lascia spazio a fraintendimenti. Se gli slogan del passato, “impara, denuncia, ferma la violenza”, si rivolgevano unicamente alle donne, oggi sono gli uomini ad essere interpellati. “Gli uomini devono interessarsi al tema”.
“La violenza è il prodotto di quello che è il fenomeno culturale. Arriviamo da una società patriarcale in cui la donna è sempre stata vista impegnata nelle attività di cura e accudimento della famiglia. Stereotipi che piano piano vanno scardinati perché questa concezione della donna, questo possesso, questo potere nei suoi confronti può generare la violenza” spiega Anna Ventriglia. E conclude “gli uomini devono aiutarci a far proiettare l’idea del giusto femminismo che è quello della piena parità tra uomini e donne”.