L’addio a Silvano Meroi, generoso uomo d’ingegno
In lutto per l’ultimo saluto a Silvano Meroi, ex direttore della protezione civile regionale. L’ingegnere aeronautico è scomparso all’età di 67 anni in seguito a una lunga malattia. Residente a Gignod, ma originario di Saint-Vincent dove, nel pomeriggio di sabato 18 marzo, è stato celebrato il funerale.
Il feretro, ricoperto di rose rosse e bianche, è arrivato fino all’altare sollevato dagli uomini della protezione civile. Oltre ai familiari e agli amici, in Chiesa erano presenti i rappresentanti delle istituzioni valdostane, la protezione civile nazionale e valdostana e i volontari del soccorso.
Durante l’omelia il parroco don Lorenzo Sacchi ha ricordato “perfino all’interno della dinamica della malattia e della sofferenza, Silvano è riuscito con il suo impegno e con la sua devozione a prendersi cura del prossimo. La sua decisione di donare la propria vita all’esterno, non soltanto mettendo al sicuro se stesso, ma facendo proprio il destino degli altri. Quest’oggi siamo chiamati a celebrare un qualcosa che va al di là della tentazione di vedere semplicemente lacrime, con il rischio di farci perdere la visione invece più bella di un uomo che dona sé stesso. Un esempio decisamente in controtendenza che ci educa a vedere che possiamo, come esseri umani, non soltanto badare a noi stessi, ma al contrario camminare su questa terra come fratelli che si prendono cura gli uni degli altri”.
Al termine della funzione religiosa, alcune persone sono intervenute per ricordare l’ingegnere Meroi.
“La prima volta che ho visto Silvano ero a Reggio Calabria per un’esercitazione”. Come ingegnere “si ingegnava per trovare soluzioni. Alcune intuizioni che ha avuto, ad esempio sulle barriere anti-frana, vengono usate quotidianamente in tutte le emergenze. Era una persona capace di creare gruppo. Quando si accorgeva che in ufficio c’era qualche dissapore scendeva a Roma dalla Valle d’Aosta con una valigia piena di formaggi, del vino e organizzava una cena. Le incomprensioni venivano sanate. Non ci resta che mettere in pratica tutto ciò che ci ha insegnato e ringraziarlo a nome di tutta la protezione civile nazionale”.
Tramite un portavoce è arrivato anche il saluto di Guido Bertolaso, ex direttore del Dipartimento della protezione civile, oggi assessore regionale al Welfare in Lombardia. “Nel giorno in cui avrei voluto essere insieme a te, vicino a Gabriella (moglie di Silvano, ndr), mi trovo lontano a celebrare un’altra giornata tristissima durante la quale ricordiamo le vittime del Covid. Mio amico e compagno di sfide impossibili che nei momenti più difficili più di tutti mi hai dimostrato stima e affetto. Silvano, uomo umile e generoso, profondo conoscitore delle fragilità del nostro splendido territorio. Grazie per il tuo esempio, la tua passione contagiosa e il tuo amore per il prossimo”.
Un amico, che lui chiamava “dottore della montagna”, ha voluto salutarlo leggendo la benedizione del viaggiatore. Perché Silvano viaggiava: dalle Alpi a Reggio Calabria, passando per l’Aquila. “Lo sa tutta l’Italia”.
“Sia la strada al tuo fianco e il vento sempre alle tue spalle. Che il sole splenda caldo sul tuo viso e la pioggia cada dolce nei campi attorno. E finché non ci incontreremo di nuovo, Dio ti protegga nel palmo della sua mano”.
Per onorare le generose azioni di Silvano Meroi, al termine del rito religioso, un elicottero della protezione civile ha sorvolato la cittadina termale.