L’Aido VdA dal commissariamento al sostegno da parte del Consiglio regionale

01 Giugno 2021

“Continuerò a parlare della donazione in qualsiasi modo e in qualsiasi occasione, però questo accanimento nei nostri confronti non è per niente giustificato dalla formazione dei gruppi comunali.” Queste le parole di Paola Borgnino, ormai ex presidente dell’AIDO Valle d’Aosta.

Era il 13 dicembre del 2020, quando l’AIDO nazionale decide di commissariare l’AIDO Valle d’Aosta. La ragione che sta alla base di questa decisione è l’assenza di gruppi provinciali e comunali sul territorio regionale, come sarebbe invece previsto dallo Statuto.

Tuttavia, come ha fatto notare Paola Borgnino, “il fatto di non avere gruppi comunali o provinciali non è un capriccio dell’associazione, ma si tratta di un fatto fisiologico dovuto alle piccole dimensioni del territorio valdostano” per il quale già la presenza di un gruppo provinciale perderebbe di significato dato che nel nostro contesto coinciderebbe con il gruppo regionale.

Ciò che più ha colpito l’Aido Valle d’Aosta è il fatto che per più di quarant’anni non sono mai esistiti gruppi comunali e nessuno, a livello regionale e nazionale, ha mai individuato in questo un problema. D’altronde, l’associazione ha sempre cercato di mantenere la propria attenzione su tutto il territorio valdostano. Questo traspare innanzitutto dal fatto che in tutti i comuni della regione è presente almeno un iscritto e, in secondo luogo, i membri del consiglio provenivano dalle diverse zone della regione e hanno sempre garantito che le attività dell’Aido VdA si coprissero il più possibile tutto il territorio.

Un altro fattore da tenere in considerazione è il fatto che l’Aido Valle d’Aosta ha la percentuale più alta di iscritti in rapporto alla popolazione e, allo stesso tempo, il maggior numero di donazioni rispetto alle percentuali dell’Aido delle altre regioni italiane.

Detto ciò, “La sede nazionale non ha mai voluto sentire ragioni e – spiega l’ex presidente Borgnino – con la recente riforma del terzo settore, creare nuovi gruppi comunali è un’operazione ancora più complessa rispetto al passato – al punto che- anziché portare dei benefici, questa azione, sottrae all’associazione volontari e risorse economiche.”

Da dove tutto sembra nascere

“I rapporti tra la sede nazionale e la sede valdostana dell’Aido si sono incrinati nel luglio 2018”, ossia quando la sede regionale riceve da un notaio la notizia che una signora avrebbe lasciato all’associazione la metà di una palazzina situata in Viale Europa ad Aosta. Tuttavia, siccome la signora non aveva specificato la sede valdostana come destinataria della donazione, la palazzina finisce all’associazione nazionale, “sebbene il notaio stesso avesse indicato che la signora, molto probabilmente, volesse indicare l’Aido Valle d’Aosta dato che, aveva donato delle altre proprietà ad associazioni locali”.

A questo punto l’Aido VdA ha chiesto al nazionale di sostenere le proprie spese, comprese quelle di affitto, “però – racconta Borgonino – l’Aido nazionale non ha accettato la nostra richiesta e da quel momento hanno iniziato ad ostacolarci, al punto che, quando arriverà il Commissario avrà l’obiettivo di ricostituire l’associazione a livello regionale solo con persone nuove”.

Il sostegno di piazza Deffeyes

Sulla difficile situazione che l’Aido VdA sta vivendo è intervenuta anche la politica valdostana che, durante la seduta consiliare del 27 maggio 2021, ha approvato una risoluzione depositata da tutti i gruppi consiliari. “Questo documento – afferma Paola Borgnino- segna un importante passo avanti e rappresenta la considerazione, da parte delle Istituzioni, dell’importante valore sociale che Aido ha avuto in Valle d’Aosta.” Infatti, attraverso la risoluzione firmata,  il Governo Regionale si è impegnato a percorrere tutte le vie possibili per sostenere l’associazione, riaffermare il suo ruolo sociale e, soprattutto, per sospendere la scelta di commissariare l’Aido Valle d’Aosta.

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