L’Ateneo valdostano insufficiente per il Sole 24 Ore. Il Rettore: “non è vero, ecco perché”

Il quotidiano ha stilato una classifica, sulla base di alcuni indicatori di qualità, forniti dalle università stesse al Ministero. L' Università valdostana si posiziona settima nella graduatoria, dei tredici atenei non statali, guidata dalla Bocconi.
Il Magnifico rettore dell'UNI VdA Pietro Passerin d'Entrèves
Società

Voto, anche se di poco, insufficiente per l’Università della Valle d’Aosta. Ad assegnare il giudizio all’Ateneo è il Sole 24 Ore che ha stilato una classifica, sulla base di alcuni indicatori di qualità, forniti dalle università stesse al Ministero.

La giovane Università valdostana si posiziona settima nella graduatoria dei tredici atenei non statali guidata dalla Bocconi di Milano, dietro a Bolzano e davanti alla Lumsa di Roma. I 433 punti ottenuti dall’Ateneo valdostano, su 900 disponibili, sono il risultato della somma di alcuni indicatori che descrivono ad esempio, l'impegno nella ricerca, il corpo docente e quello studentesco.

“Pur nella sua parzialità, l’analisi fatta dal Sole 24 Ore assegna alla nostra università una posizione più che dignitosa. Il settimo posto fra gli atenei non statali infatti, diventa un 35esimo fra quelli statali, davanti a realtà consolidate e prestigiose come la Bicocca, Roma Tre oppure La Sapienza. Certo si può sempre fare meglio”. Commenta il rettore Pietro Passerin d’Entrèves.

Nel dettaglio, l’Università valdostana, nata otto anni fa, primeggia nell’indicatore affollamento, presentando il più alto rapporto fra studenti in corso e docenti di ruolo, ben 1 ogni 13. Il corpo docente dell’ateneo valdostano si distingue anche per i giudizi positivi ottenuti sui Prin di Ateneo, i programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale, e per la capacità di attrarre fondi per la ricerca esterni. Purtroppo però secondo i dati del Sole 24 Ore, l’Università valdostana non tiene in giusto conto l’attività di ricerca, assegnando solo 4,6 (mila) euro a ciascun docente contro i 67,9 della Bocconi.

Negli ultimi anni abbiamo cercato di migliorare il livello qualitativo della nostra ricerca  – sottolinea il Rettore –  e i dati confermano questo impegno. Per quanto riguarda invece l’impegno finanziario, assegniamo ogni anno 8 mila euro circa a ogni docente contro i 13 e mezzo di Torino, non riesco quindi a capire il dato cosi negativo offerto dal Sole 24 Ore”

Se il corpo docente fa onore all’Ateneo, altrettanto non si può dire di quello studentesco. I neodiplomati che scelgono l’Università della Valle d’Aosta non rientrano nella categoria dei “Talenti”. Solo un 6% di matricole con un voto di maturità superiore ai 9/10 sceglie i corsi di laurea proposti dall’Ateneo.
“Pochi talenti in Valle? – si stupisce il Rettore – bisogna chiedersi se il livello medio di preparazione degli studenti valdostani è pari o più alto delle altre regioni d’Italia o se il sistema scolastico regionale non sia più rigido…questo non lo so, ma sollevo dei dubbi….siamo certo un Ateneo giovane inserito in un contesto dove non è mai prima d’ora esistita una realtà universitaria. E’ vero molti studenti che prima non si sarebbero iscritti ad una facoltà ora lo fanno e nella maggior parte dei casi completano gli studi. Sicuramente abbiamo contribuito ad alzare il numero di laureati valdostani, prima nettamente inferiore alla media nazionale, ora pari se non superiore.”

L’Ateneo valdostano sembra non essere poi cosi attraente, non solo per i migliori studenti valdostani, ma anche per quelli fuori valle..”su questo aspetto stiamo lavorando ma mi pare che il 41% di studenti provenienti da altre regioni per la facoltà di lingue e il 33% per psicologia sia già un ottimo risultato.”

A leggere i dati del Sole 24 Ore infine viene da pensare che chi decide di studiare in Valle appartenga un po’ alla categoria dei bamboccioni: 13% le mancate iscrizioni al secondo anno, sempre 13% quanti non ottengono crediti in un anno, solo un 36% con il titolo in tasca nei tempi previsti. “Tante seconde lauree e tanti studenti lavoratori”  – commenta Passerin d’Entrèves – che aggiunge “bisogna sfatare i luoghi comuni, la laurea serve in Valle come fuori per trovare lavoro e non è vero che i nostri laureati vengono assorbiti dal pubblico. Il 51% dei laureati del 2005 (scrive Almalaurea) ha trovato lavoro ad un anno dal conseguimento del titolo e molti anche nel settore privato”.

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