Le code, i ritardi e l’isolamento dei camionisti

Le voci dei camionisti all'area di stoccaggio di Pollein, dove sono in attesa di poter salire al Traforo del Monte Bianco
Fethi Rouis
Società

Tra le categorie maggiormente toccate dall’imminente chiusura del traforo del Monte Bianco e della recente interruzione del Fréjus ci sono i camionisti. I principali disagi che stanno vivendo in questi giorni di intenso traffico al traforo sono la dilatazione dei tempi di percorrenza, il rischio di non consegnare le merci in tempo e il dubbio sui percorsi alternativi in futuro. “Tra andata e ritorno, dall’autoporto a Chamonix, ho impiegato otto ore, il doppio del tempo normale di percorrenza. Se fossi arrivato un’ora dopo in Francia avrei dovuto aspettare il giorno successivo per consegnare. Non so ancora che strada faremo la prossima settimana con la recente chiusura del Fréjus. L’alterativa sarebbe la Svizzera, ma con il mio camion non riuscirei a passare a causa dell’altezza del traino.” racconta Anton, mentre aspetta all’area di stoccaggio di Pollein, dove è stato bloccato.
La conseguenza del fitto traffico, per Claudio che arriva da Milano, è stata fare marcia indietro: “Ieri dovevamo arrivare in Francia alle 16, abbiamo aspettato 7 ore al traforo, c’era troppa coda e siamo tornati indietro. Spero che oggi sia diverso. Con la chiusura del tunnel, passeremo da Ventimiglia.”

area stoccaggio pollein
area stoccaggio pollein

L’incolonnamento dei tir al traforo del Monte Bianco è compromessa e compromette anche i tempi di chi, solitamente, arriva in Francia dal Piemonte: “È la prima volta che prendo il traforo. La tratta che faccio solitamente va dalla Toscana alla Germania, l’alternativa al Fréjus sarà passare dall’Austria, a meno di non riuscire a mettere le ali al camion.” dice ironicamente Andrea.

La condizione in cui versano i camionisti, come dice Fethi Rouis, è quella dell’isolamento: “Ci hanno praticamente isolati. Non so ancora che strada faremo dalla prossima settimana: passerò dal Fréjus oppure facendo un giro più lungo da Ventimiglia, scelta che sarebbe sconveniente anche per l’azienda. Per le aziende valdostane questa chiusura è un disagio: in Svizzera non si può passare con tutte le merci e con tutti i traini, che vengono già rilevati dai sensori nelle gallerie.” Ai disguidi orari, si aggiungono anche implicazioni sulla vita privata: “Ieri ho dormito in Francia a causa della coda, sono partito alle 5 di questa mattina e sono arrivato alle 10.30 in autoporto – aggiunge – A volte pensi di tornare a casa dalla famiglia a una certa ora, ma in questo periodo sai sempre quando esci ma non sai mai quando rientri.”

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