“E’ questo il modo in cui la Regione intende tutelare e valorizzare le nostre bellezze naturali?”. L’interrogativo è stato lanciato, ancora una volta, dal Circolo Legambiente Valle d’Aosta, che sta seguendo da vicino i lavori per la realizzazione della strada Ponteille-Comboé.
“Sono arrivate le ruspe – spiega il presidente, Alessandra Piccioni – per realizzare un cosiddetto “miglioramento fondiario”: la zona umida nella parte inferiore del vallone è stata interamente prosciugata, la cotica erbosa asportata e la terra spianata e pareggiata dalle ruspe. Il torrente Comboé nella parte superiore del vallone è attualmente secco, così come il laghetto che si trova nei pressi dell’alpeggio oggi attivo. Sappiamo che le acque torneranno a scorrere, ma sappiamo anche che una torbiera non esisterà più. Al suo posto vedremo l’irrigazione a pioggia e una vegetazione diversa da quella autoctona”.
Un paio di foto scattate di recente rendono meglio l’idea dell’intervento in corso, che secondo l’amministrazione regionale e del Comune di Charvensod servirà a costruire una strada per ristrutturare gli alpeggi diroccati e rendere più agevole la vita del conduttore in quello attualmente attivo.
“Tutti risultati ottenibili in altro modo – ha commentato Piccioni – per esempio utilizzando l’elicottero per il trasporto dei materiali per le ristrutturazioni e costruendo una monorotaia e una breve pista per agevolare il conduttore. Ora invece il vallone è stato letteralmente sventrato, cambiato nell’aspetto e, soprattutto, privato delle sue acque”.
E’ dura quindi la condanna di Legambiente, che considera “deplorevoli interventi siffatti in un’area di alta montagna”, ritenendoli gravissimi quando, “come in questo caso, vanno a modificare profondamente gli habitat di un’area protetta. Il Vallone di Comboé, infatti, è compreso nella Zona di Protezione Speciale Mont Avic-Monte Emilius”.