Lockdown, Caritas e Banco Alimentare “Temiamo un boom di richieste”

07 Novembre 2020

A braccetto con l’emergenza sanitaria, quella socio-economica. Per fronteggiarla scendono in campo associazioni di volontariato e cooperative. Una rete virtuosa di collaborazione e disponibilità reciproca che vede schierati anche Caritas e Banco Alimentare.

“Questa volta arriviamo più preparati rispetto all’esperienza della scorsa primavera, quando il primo lockdown ci ha costretti a riorganizzare i nostri servizi” spiega Andrea Gatto, direttore della Caritas Diocesana.

Due dormitori attivi per far fronte alla riduzione dei posti letto causata dalle esigenze di distanziamento. I tredici posti di via Stevenin sono ridotti a sette. Altri sette ricavati nella struttura di viale Gran San Bernardo, sempre ad Aosta.
Ad aumentare, oltre alle spese per l’acquisto dei dispositivi di protezione, l’impegno per la sanificazione degli spazi.
“Il servizio mensa prosegue con il pasto d’asporto per una cinquantina di persone al giorno. Un terzo dei richiedenti non ha neppure la possibilità di consumarlo presso il proprio domicilio”.

Il centro di ascolto opera in modalità telefonica. È stato attivato un numero verde per rispondere alle richieste di aiuto. Se necessario, interveniamo anche con sostegni economici. Ciò che viene a mancare è la possibilità di relazionarsi, incontrarsi e stare insieme”. Chi telefona è alla ricerca di un luogo in cui trascorrere la notte, un appoggio economico o più semplicemente una parola di rassicurazione per contrastare preoccupazione, disorientamento e incertezza.

In secondo piano, proseguono le attività di raccolta abiti. Presenti sul territorio valdostano gli appositi contenitori stradali. Svuotati e chiusi quelli del comune di Aosta. L’invito rivolto ai cittadini è di restare a casa e rimandare le attività di consegna, considerate per il momento non indispensabili.

Cala il numero di volontari impegnati. La Caritas tutela gli operatori più esposti al rischio per età anagrafica o per situazione sanitaria. Sfioravano i cento, ora sono venti.

Durante il mese di marzo, con il primo lockdown, è stato registrato un incremento consistente di richieste da parte di “volti nuovi”. Ora con la zona rossa, Andrea Gatto afferma “temiamo un altro aumento, ma ancora non lo registriamo”.

Importanti aiuti arrivano dal Banco Alimentare. “Abbiamo ricevuto diverse donazioni da pubblici e privati, ai quali mostriamo tutta la nostra gratitudine, ma il perdurare delle richieste, anzi l’aumento di esse, ci preoccupa” dichiara Gioia Brunod, Presidente dell’Associazione Banco Alimentare per la Valle d’Aosta.
“Quest’anno per ragioni di sicurezza dovute all’emergenza sanitaria, la colletta alimentare, che per noi rappresenta il più importante momento di raccolta di alimenti, si svolgerà in forma diversa. Speriamo che la comunità valdostana, che si è sempre dimostrata generosa, continui a sostenerci e a darci fiducia”.

Aumenta del 30%, rispetto allo scorso anno, la quantità di alimenti distribuiti nel periodo da marzo a ottobre.
Da luglio a oggi, la richiesta è cresciuta del 4% rispetto alla prima ondata primaverile. “Il trend è in lieve crescita e non sappiamo cosa aspettarci di fronte a questa seconda emergenza”. Distribuiti finora, secondo le stime, 180 mila pasti.

All’appello del Banco Alimentare ha risposto il Soroptimist International Valle d’Aosta con un’offerta di mille euro in favore delle fasce più deboli.
La Presidente Vanna Naretto aggiunge “auspichiamo una risposta forte e corale nella speranza che, come sempre avvenuto in passato, la società valdostana reagisca con grande generosità”.

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