“Muoviamoci responsabilmente” è il titolo della campagna promossa dall’Usl della Valle d’Aosta e rivolta ai suoi dipendenti. La responsabilità in questione è quella che tutti noi abbiamo nei confronti dell’ambiente e della qualità dell’aria. Probabilmente, lì dove non è riuscita ad arrivare la coscienza civica dei cittadini potrà arrivare la morte dei tanto amati buoni benzina, i cui “funerali” sono in programma per il prossimo primo gennaio. La campagna dell’Usl è figlia di un decreto del marzo 1998, il Decreto Ronchi, che prevede che le aziende con più di 300 dipendenti realizzino un "piano degli spostamenti casa-lavoro” finalizzato a ridurre l’uso dei mezzi privati.
La prima fase del progetto consisteva nella raccolta dati, attraverso un apposito questionario. In tutto gli operatori dell’Usl (tra sanitari, tecnici e amministrativi) sono 1137, di questi 527 vengono da Aosta, 299 dai comuni a nord-ovest del capoluogo e i restanti 311 da quelli a sud-est; a questi vanno aggiunti 774 turnisti. In tutto sono stati distribuiti 1911 questionari, ne sono stati restituiti 1342 (il 70,22 per cento). La raccolta dati è stata fatta nel 2008.
Interessante vedere la provenienza dei lavoratori dell’Usl, quasi la metà risiede ad Aosta o nella sua cintura: il 45,4 % ad Aosta, 5,5% a Sarre, 5% a Quart e il 4,3% a Gressan. Tradotto in chilometri si vede come il 13,9% percorra meno di un Km per raggiungere il posto di lavoro (il presidio di viale Ginevra o di via Guido Rey), il 23,9% percorre da 1 a 3 Km, il 34,7% da 4 a 10 e il 24 per cento oltre 10 chilometri. La fascia maggiore è quella intermedia, con una distanza compresa tra i 4 e i 10 chilometri.
L’automobile è il mezzo scelto dalla maggioranza dei dipendenti dell’azienda sanitaria. Dichiarano di usare abitualmente la propria macchina ben il 65,4 % del totale, il 18 % si muove a piedi, l’8,2 con più mezzi, il 2 per cento in bici, 1,8 con mezzi pubblici, 1,3 in moto e l’1,2% in auto o in moto ma come passeggero.
Le abitudini acquisite vengono difficilmente modificate. Sarebbe disponibile ad organizzarsi con altre persone? Il 61,3 per cento risponde di no, per i più svariati motivi. Si apprende che i mezzi pubblici potrebbero diventare una giusta alternativa a condizione che vengano effettuati più passaggi, e che venga ampliata la fascia oraria in cui il servizio è attivo. Il 51,8 per cento degli intervistati sostiene la necessità della realizzazione di una pista ciclabile.
Sul sito dell’Usl si legge che “la campagna di comunicazione si propone di fornire informazione, a sostegno di un scelta consapevole per un cambiamento responsabile”.