Courmayeur, via Circonvallazione: è da qui che inizia il percorso di Matteo Carere. Nato nel 1995, Matteo cresce ai piedi del Monte Bianco ed in paese frequenta l’asilo, la scuola elementare, le medie (si chiamavano ancora così) e, infine, il Liceo Linguistico, per cui opta a fronte della sua voglia di viaggiare e conoscere culture diverse. Con l’avvicinarsi della maturità, Matteo inizia a pensare a quale Università iscriversi e guarda con interesse alle offerte di Francia e Svizzera. Una volta diplomato la scelta ricade sul paese elvetico, in particolare sulla città di Losanna, in cui inizia il percorso di Economia e Management: “Avevo voglia di un cambiamento, ma allo stesso tempo non volevo fare il passo più lungo della gamba. La Svizzera era il giusto compromesso, considerando che mi permetteva di rientrare a casa nel fine settimana”. L’ambiente scolastico è molto internazionale e offre a Matteo l’opportunità di confrontarsi con tante persone provenienti da culture diverse tra loro. Al terzo anno, Matteo decide di cogliere l’opportunità di partire in Erasmus, destinazione Madrid. “Un’esperienza parecchio interessante, un contesto se possibile ancora più internazionale da quello da cui provenivo, dove non sono certo mancate anche le occasioni di divertimento”. Al suo rientro Matteo si laurea ed è già tempo di pensare al futuro: “In Svizzera è abitudine prendersi un anno post triennale per fare un’esperienza lavorativa e quindi ero indeciso se fare così anche io, oppure iniziare da subito un Master”. Per lasciare aperte tutte le porte, Matteo fa alcune domande per proseguire gli studi e nel contempo si candida per alcuni stage. I Master disponibili non lo convincono, mentre è molto attratto da un’offerta di lavoro a Milano presso lo store Tesla. Dopo solo due giorni di stage, considerando le competenze di Matteo, il Country Manager gli offre l’opportunità di occuparsi di alcuni progetti legati ai leasing e ai finanziamenti: “Nel 2017 la Tesla non era ancora l’azienda che è oggi, in Italia eravamo una ventina di dipendenti e questa è stata per me un’occasione che non potevo perdere. Nel giro di qualche settimana ho iniziato a occuparmene: ho dovuto creare un processo di leasing/finanziamento per il mercato italiano in collaborazione con le banche. Si trattava di un progetto pilota e, dopo di me, varie persone sono state assunte per questa funzione in molti altri mercati europei.”.
Il risultato ha avuto un grande successo, tanto che, al termine dell’esperienza, l’azienda offre a Matteo l’opportunità di entrare nel suo Financial Services Team, la cui sede si trova ad Amsterdam: “Ovviamente non avrei mai potuto rifiutare un’offerta del genere e mi sono quindi trasferito in Olanda. Nel 2018, nonostante il mio desiderio di iscrivermi a un Master, mi hanno convinto a rimanere per occuparmi di progetti volti all’ottimizzazione dei sistemi IT collegati al settore finanziario”. Uno dei maggiori progetti su cui lavora ha come oggetto la migrazione di alcuni processi da un sistema operativo a uno nuovo e per questo Matteo collabora con il Team IT che ha sede in California. Matteo si trova quindi ad attraversare l’Atlantico molto spesso, il lavoro lo entusiasma sempre di più e nel 2020 viene promosso a Program Manager: “In questo nuovo ruolo mi sono trovato a coordinare alcuni teams dedicati a progetti importanti, uno dei quali si è occupato del lancio della prima banca captive, ovvero la finanziaria interna della società che concede i finanziamenti ai clienti”.
Oggi Matteo coordina il Team europeo che, insieme a quelli di Cina e Usa, si occupa dei progetti critici e supporta i vari leader di dipartimento.
Se il lavoro va a gonfie vele, la vita privata non è da meno: “Insieme alla mia compagna Anne abbiamo deciso di trasferirci all’Aia e tra poco diventeremo genitori”. Nonostante tutte queste novità, Matteo rimane concentrato anche sulla sua carriera: “Per un paio d’anni rimarremo certamente qui, ma sia io che Anne siamo assolutamente aperti alle opportunità che ci si presenteranno in futuro, anche qualora fosse necessario lasciare i Paesi Bassi. Al momento ho in programma un Master in Business Administration, poi vedremo. Sono spesso negli Stati Uniti, a Austin in Texas o in California, dove si trovano i manager e parte del team, per cui vedremo se si presenterà qualche opportunità”.
Il legame con la Valle d’Aosta rimane comunque forte: “Amo tornare a casa, ogni due o tre mesi rientro e mi fermo almeno una settimana, per stare con la mia famiglia e vedere i miei amici. Courmayeur mantiene sempre un posto speciale nel mio cuore, tanto che stiamo cercando una casa da acquistare per le vacanze e per i periodi in cui riesco a lavorare in smart”.
3 risposte
Ma non ci vuole mica un sociologo per capirlo 🤣
Non solo la Valle, ma addirittura l’Italia. Ha iniziato a Milano, ma poi è dovuto andare in Olanda. E’ emblematico. Come mai Tesla che a Milano ha una sede, la sede del Financial Service invece è ad Amsterdam? Fintanto che ci facciamo i complimenti da soli dicendo che l’Italia è un grande paese e la Valle ancora meglio, possiamo soltanto continuare nella nostra inesorabile decadenza. Il sociologo De Rita a gennaio ha detto che l’Italia è un paese latente e mediocre.
È bello leggere questo, ma conferma quanto già penso da tempo (e che speravo col cuore che pubblicaste con la mia ultima “lettera alla direzione”): la Valle partorisce talenti che fanno la fortuna di altre realtà…non credo sia bello sottolineare indirettamente questo. È un peccato vedere giovani talentuosi scappare via così …