Migliaia di opere d’arte, “un tesoro”, lasciato in eredità al Comune di La Salle

Carlo Plassier, figlio della borghese famiglia, proprietaria un tempo delle Terme di Pré-Saint-Didier e dell’omonima centrale idroelettrica, ha lasciato al Comune la sua casa e un enorme numero di opere d'arte, a patto che questo realizzi un museo.
Società

Apriti Sesamo. La favola persiana si è concretizzata qui in Valle d’Aosta e precisamente a La Salle. L’Ali Babà nostrano è il Sindaco del paese dell’Alta Valle, Cassiano Pascal, ma in questa storia sono assenti i 40 ladroni.
Nel giugno scorso Carlo Plassier, uno dei figli della borghese famiglia di La Salle, proprietaria un tempo delle Terme di Pré-Saint-Didier e dell’omonima centrale idroelettrica, è scomparso dopo una lunga malattia, lasciando al Comune in eredità la sua casa, nel pieno centro del paese.
Un gioiello, già di per sé l’immobile, ma il vero tesoro si è mostrato al Sindaco una volta spalancate le porte della casa: “un impressionante numero di quadri di varie dimensioni, incorniciati e non, contenuti in scatoloni di cartone, dentro armadi, valigie e scaffali e centinaia di tele poste a terra o accatastate in ripiani chiusi”.

Plassier infatti era una collezionista, un “compratore compulsivo di arte”, lo definisce la critica Sandra Barbieri. Proprio quest’ultima, assieme ad un giovane di Hone, Patrick Perrier, dovrà ora fare una ricognizione e valutazione critica degli arredi, dei suppellettili e delle opere d’arte presenti nella casa Plassier. L’incarico, affidatole dall’Assessorato regionale alla Cultura, sarà utile all’Amministrazione comunale di La Salle per comprendere, se trasformare o meno, l’abitazione in un museo.
Infatti, Plassier ha lasciato al Comune del proprio paese un legato, ovvero un’eredità che per essere riscattata deve sottostare ad alcune condizioni. In questo caso, il ricco signore ha chiesto che il Comune trasformi la sua casa in un museo.

“Abbiamo interpellato – spiega il Sindaco di La Salle Cassiano Pascal – l’Assessorato regionale alla Cultura per aiutarci a comprendere il valore del lascito e il costo dell’operazione di musealizzazione. Non appena avremo alcuni dati porteremo la questione in Consiglio”.

Una prima ispezione nella casa è già stata compiuta dall’Assessore regionale alla Cultura, da alcuni tecnici dell’Assessorato e dalla stessa Barbieri.
“Prendendo a caso dei quadri, impilati sugli scaffali come se fossero dei libri – spiega la Barbieri – abbiamo scoperto dei Mus prima maniera, dei Nex, dei Balan e anche un Cesare Maggi, un pittore piemontese molto richiesto e di cui recentemente la Regione ha acquistato un’opera, e poi ancora tanti, migliaia, di quadri di pittori italiani e stranieri”.

Per la Barbieri i due piani della casa, tre con l’interrato, sono pieni di tesori da scoprire. “Nell’appartamento al primo piano c’è un quadro di un pittore francese del 1910, Paul Verà, che occupa un’intera parete.” Oltre ai quadri il signor Plassier amava collezionare orologi a pendola, “ve ne sono alcuni – spiega ancora la Barbieri – con la cassa intarsiata in madreperla e altri con la cassa di tartaruga”, ma anche bronzi e mobili di ogni epoca, fino al 600.

“Una mia prima impressione – spiega la Barbieri – è che vale la pena valorizzare questo lascito, così come la figura di Plassier e la storia della sua famiglia, di cui nella casa sono presenti diversi ritratti, anche datati. “

Bisognerà ora vedere se il Comune, in tempi di spending review, riuscirà ad accettare il “regalo” di questo ricco signore.

 

 

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